È sbarcata in città la cannabis legale Un negozio in Corso gestito da cognate

La bottega offre merce solo a base di canapa, 100% naturali Elisa e Martina: «In giro non c’è lavoro. Prodotti solo ai 18enni»
Bonaventura Monfalcone-27.11.2018 Negozio di Canapa legale-Corso-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-27.11.2018 Negozio di Canapa legale-Corso-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



Estimatori di canapa allungate le orecchie, l’annuncio è per voi: la cannabis sbarca a Monfalcone. In versione light, si capisce, e in quantitativi e modalità assolutamente legali, poiché la merce in vendita contiene un livello di thc molto basso, al di sotto dello 0,2%. La polizia ha già perlustrato la bottega a pochi giorni dall’apertura: zero rilievi, tutto regolare.

Da alcune settimane, in pieno centro, è infatti comparso un negozietto interamente declinato alla foglia a cinque punte più nota sul pianeta: la cannabis o canapa. Si chiama CBWeed e si colloca al civico 41 di Corso del Popolo, a due passi dall’elegante gioielleria Bonini e il punto vendita di biocosmesi Verde Smeraldo. La gestione è in mano a due giovani imprenditrici bisiache, la staranzanese Elisa Ruggiero di 39 anni e la pierissina Martina Medelin di 27.

Sugli scaffali fa bella mostra di sé un ventaglio di confezioni e pure, sul bancone, un pacco natalizio: tisane e infiorescenze, ma non solo. Prodotti alimentari, come pasta con farina di canapa («somministrabile perfino ai bambini», così una delle titolari) e pesto al basilico con semi di cannabis, lecca lecca, caffè e cosmetici, cioè creme, unguenti e olii.

«In giro non c’è lavoro», spiega Elisa. E così le due socie, peraltro cognate, si sono “inventate” il business con un negozio in franchising. «Abbiamo visto che in altre città i canapa shop funzionavano e così c’abbiamo provato pure noi», chiarisce. È un mercato, quello della cannabis light, che spopola tra gli over 18. «Noi possiamo smerciare i prodotti solo a maggiorenni – racconta sempre Elisa –. Qualche ragazzino c’ha provato, ma abbiamo detto loro che non è possibile vendere ai minorenni: hanno risposto che sarebbero tornati al compimento della maggiore età».

I prodotti sono al 100% naturali e biologici, provengono da Svizzera, Paesi Bassi e pure dall’Italia. Sono soggetti a controlli in laboratorio. Il thc, uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis, è presente nei parametri consentiti dalla legge. Solo per le infiorescenze, la sostanza psicoattiva si trova in quantità comprese tra lo 0,2 e lo 0,55%, invece per tisane rilassanti risulta sotto lo 0,2. «Vendiamo le infiorescenze in bustine a uso collezionistico o come profumatore d’ambiente, non per combustione e lo specifichiamo a ogni cliente», afferma Elisa. È tenuta a puntualizzarlo. La normativa infatti questo prevede: un impiego delle bustine appunto collezionistico. Chiaramente poi uno a casa ne fa l’uso che ritiene più opportuno. Quanto ai costi per una confezione di 2 grammi si va dai 20 ai 22 euro, di 5 grammi da 49 a 52 euro.

La sostanza psicoattiva si presenta dunque a livelli bassissimi, nulla a che vedere con la “maria” o l’hashish che si trovano sulla piazza clandestina, spesso tagliate con sostanze pericolose. Il cbd, la sostanza rilassante, agisce sul sistema nervoso e sui muscoli. Al CBWeed, comunque, non ci sono solo bustine per “collezionisti”. Se un cliente ha il palato curioso può sperimentare le bottigliette di “Soul rebel”, birra alla canapa artigianale italiana con volume alcolico del 4,5% a un prezzo da 5 a 7,5 euro. Oppure il “Canapito”, un liquore a base di canapa il cui gusto, un pizzico più robusto, è assimilabile al limoncello. Per le donne, invece, troviamo esposta una linea cosmetica, con creme, latte detergente, saponi, shampoo e balsamo: tutto rigorosamente a base di canapa. Non manca lo spazio per integratori e olii di cbd.

Prima di immergersi nella nuova avventura Elisa e Martina hanno partecipato alla Fiera della canapa. «Personalmente, e forse sembra strano, non ho mai fumato cannabis – afferma Elisa –: nel settore ho visto una possibilità di lavorare e mi ci sono cimentata. Se sono a favore della legalizzazione? Sì, perché dietro i traffici illegali ci sono le mafie, se vi fosse lo Stato i fruitori correrebbero meno rischi. Quello che si trova fuori, sulle piazze, è uno schifo: droga tagliata con sostanze nocive». –



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