È triestino il brand con il baffo che piace ai vip

Il marchio M-Stash è pronto a sbarcare in Italia dopo aver conquistato Asia, Canada e Australia
Di Benedetta Moro

Dei baffi neri e folti, con le punte all’in su, magrittiani, ma non eccessivi quanto quelli di Dalì. Da questi mustacchi dal fascino un po’ retrò, Freddy, triestino, architetto del paesaggio, prende spunto nel 2010 assieme a due amici e li trasforma in un brand, di cui diventano il simbolo principale. Nasce così il marchio M-Stash, inizialmente un loisir, che dopo quattro anni di continue evoluzioni, ora presenta un business plan concreto. Tra le varie novità, c’è lo spostamento della produzione dalla Cina, dove Freddy lavora, all’Italia tra Toscana e Veneto, con l’obiettivo di far entrare il brand nel mondo del retail italiano.

In poco più di due anni, dopo l’iter di registrazione del trademark e alcune coincidenze non troppo fortuite, sono state lanciate cinque magliette reversibili (una delle peculiarità principali dei capi M-Stash), che sono state diffuse in concept stores, gallerie d’arte e museum shops del sud-est asiatico, Canada, Olanda e Belgio, ma soprattutto su diverse piattaforme di vendita online, presentandosi come un prodotto più vicino al mondo del design che alla moda.

M-Stash 1.0 continuava a crescere, grazie anche all’attività del brand durante Movember, un mix tra “baffo" e “novembre" in inglese, ovvero un evento annuale, molto diffuso in Asia, Canada e Australia, a cui aderiscono uomini che si fanno crescere i baffi per la raccolta fondi a favore del carcinoma alla prostata. Così il brand, grazie alla collaborazione con diversi rivenditori a Hong Kong, ha promosso le magliette, devolvendo il 20% dei ricavi alla ricerca.

La svolta del progetto da design a fashion, ma soprattutto dalla Cina all’Italia, è arrivata quando nel 2014 diversi fattori hanno aumentato fortemente i costi di produzione e di gestione. Rimboccate le maniche, i giovani imprenditori hanno valutato le nuove necessità e in qualche mese è nata la strategia per M- Stash 2.0, grazie all’ingresso di nuovi membri triestini nello staff: Freddy, direttore creativo e globetrotter tuttofare; Marzia, fashion designer per importanti firme internazionali, per lo sviluppo grafico e stilistico del brand; Matteo, ideatore di fashion brands, per la produzione in Italia; Alberto, un esperto nel business dell’intrattenimento tra Trieste e Cortina, per il marketing e gli eventi; Marco, ex rappresentante di successo di marchi internazionali, per la rete vendite; e infine Alessandro, un consulente legale, esperto di start-up.

Al Pitti di Firenze M-Stash ha fatto goal, convincendo con gli agenti presenti con la nuova collezione. E infatti gli ordini in questi mesi sono stati quasi pari a quanto venduto online negli ultimi tre anni. In cantiere però ci sono tantissime altre novità non necessariamente legate al brand: tra queste una linea per la casa, una piattaforma sulla scia di Skyscanner dedicata alla moda e uno spazio all’interno di The Hub in Cavana. «Il tempo dirà la sua» dice Freddy. Per ora le proiezioni sono ottime. E le riviste di gossip ritraggono spesso i vip con il baffo.

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