Ecco il documento più antico: è datato 1209

L’atto notarile conservato all’Archivio di Stato, aperto al pubblico per la “Domenica di Carta”
Silvano Trieste 05/10/2014 Archivio di Stato, via Lamarmora 17
Silvano Trieste 05/10/2014 Archivio di Stato, via Lamarmora 17

Una quantità immensa di documenti che, messi in fila, coprono una distanza pari a una ventina di chilometri. È il patrimonio custodito nella sede dell'Archivio di Stato di Trieste: quattro piani pieni zeppi di incartamenti che contengono milioni di atti giudiziari e amministrativi. Un tesoro prezioso che si è aperto alla cittadinanza in occasione dell'iniziativa “Domenica di Carta: la voce della storia e dei libri”, promossa dal ministero dei Beni culturali e che ha coinvolto 46 Biblioteche pubbliche e 135 Archivi su tutto il territorio nazionale.

A Trieste molti cittadini hanno avuto la possibilità di curiosare tra gli scaffali, non solo dell'Archivio di Stato, ma anche della Biblioteca statale Stelio Crise e del Museo di storia e arte. Costruita nel 1968, la sede dell'Archivio di Stato di Trieste in via La Marmora conserva gli atti prodotti dagli uffici giudiziari e amministrativi statali, oltre agli archivi storici di enti pubblici e di soggetti privati presenti sul territorio: il documento più antico in assoluto è un atto notarile su pergamena datato 1209. Nella Biblioteca dell'Archivio sono invece conservate le pubblicazioni di interesse storico locale, quotidiani e periodici. Sempre all'Archivio ha sede l'unica scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica della regione, oltre alla Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia, che tutela gli archivi non statali esistenti sul territorio regionale.

«L'obiettivo dell'iniziativa è far conoscere al pubblico più ampio tutto il patrimonio qui conservato, ma anche spiegare come viene condotta la ricerca di un documento», hanno affermato Liliana Bagalà, vicedirettore dell’Archivio di Stato e Renata Danova, vice soprintendente archivistico: «Si tratta dunque di conservare, trasmettere e allargare la nostra memoria storica, oltre che comprenderne valore e significato: dare in sostanza voce alla storia attraverso il linguaggio dei documenti».

Tra le curiosità illustrate alla cittadinanza, imperniate sul tema della Grande guerra, ci sono una serie di diari scritti dal fronte dell'Isonzo dal capitano del 99.o reggimento di fanteria Hans Kunzl, ma anche i resoconti sul ricovero ospedaliero di alcuni militari triestini rimasti feriti in Galizia e poi rimpatriati a Trieste, gli atti di un procedimento giudiziario che racconta di un delitto d'onore verificatosi in città alla vigilia del primo conflitto mondiale e le copie, datate 1914, dell'Osservatore Triestino, bollettino ufficiale del governo austriaco, fondato alla fine del Settecento.

Tra i progetti in cantiere, un laboratorio del tempo riservato agli studenti delle scuole superiori, curato dallo storico Roberto Spazzali, sugli aspetti della vita quotidiana e della società a Trieste durante la Grande Guerra, la cui finalità è quella di far comprendere coma nasce la storia dallo studio delle fonti.

Pierpaolo Pitich

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