Elezioni regionali, Serracchiani presidente per una manciata di voti

La leader Pd: abbiamo vinto, Renzo si congratula. Male i grillini

ORE 15 Record negativo d'affluenza. Il dato definitivo si ferma al 50,5% degli aventi diritto.

ORE 8 Si sono riaperti questa mattina alle 7.00 i seggi nei 218 Comuni del Friuli-Venezia Giulia per il rinnovo del Consiglio Regionale, per l’elezione del presidente e del Consiglio della Provincia di Udine e di 13 Amministrazioni comunali, tra le quali Udine. Si voterà fino alle ore 15.00. Complessivamente sono 1.099.336 gli aventi diritto al voto, di cui 528.823 maschi e 570.513 femmine. Per circoscrizione elettorale gli elettori risultano 212.338 a Trieste, 119.924 a Gorizia, 407.875 a Udine, 82.132 a Tolmezzo e 277.067 a Pordenone. Ieri il voto è stato caratterizzato da una scarsa affluenza alle urne, con appena il 35,14%, evidenziando un crollo storico. Nelle regionali del 2008 l’affluenza nel primo giorno di voto era stata del 55,20% e nelle politiche del febbraio scorso del 56,32%.

ORE 22 Si conferma la forte contrazione dell'affluenza: alle 22 aveva votato appena il 35,1% degli elettori del Friuli venezia Giulia. Cinque anni fa alla stessa ora aveva votato il 55,4%. Quindi, si registra un 20% in meno di votanti, solo uno su tre ha deciso finora di recarsi alle urne.

ORE 19 Forte calo dell'affluenza alle ore 19: a quell'ora ha votato appena il 28% degli aventi diritto a livello regionale, rispetto a due mesi fa, alle politiche alla stessa ora, aveva votato il 49,9 per cento. Il dato come detto è in forte calo anche rispetto a quello omogeneo delle regionali del 2008. I votanti sono stati 178.558 su 1.099.334 aventi diritto. Nel 2008 l’affluenza alle ore 19.00 era stata del 45,63%. Nella circoscrizione di Udine la percentuale dei votanti è stata del 27,66%, a Gorizia del 28,94%, a Trieste del 26,66%, a Pordenone del 28,91% e a Tolmezzo del 23,49%.

ORE 12 L’affluenza alle urne rilevata alle 12 per le elezioni regionali nel Friuli Venezia Giulia è stata del 10,09%. I votanti sono stati 70.607 su 1.099.334 aventi diritto. Nel 2008 l’affluenza alle 12 era stata del 16,05%.
Nella circoscrizione di Udine la percentuale dei votanti è stata del 10,06%, a Gorizia del 10,98%, a Trieste del 10,72%, a Pordenone del 9,44% e a Tolmezzo dell’8%.

 

IL QUADRO

Sono le prime elezioni dopo due mesi di stallo politico per l’Italia, il primo test per quel che resta dei partiti tradizionali e per il Movimento 5 Stelle, ma soprattutto la sfida per conquistare la presidenza del Friuli Venezia Giulia. Domenica e lunedì gli elettori si troveranno di fronte a quattro schieramenti. Sono elezioni “impossibili” per sondaggisti, con un panorama politico nazionale troppo fluido per azzardare previsioni, e fattori interni ed esterni in abbondanza.

Il centrodestra - tra Trieste e Udine tiene ancora la vecchia alleanza Pdl-Lega-Udc - schiera il presidente uscente, Renzo Tondo. La sfidante promessa è Debora Serracchiani, astro nascente ormai affermato nel Pd dal discorso fulminante del 2009 all’Europarlamento. Ma non si possono fare i giochi con quello che a febbraio è stato di fatto il primo partito in regione: alle politiche il Movimento 5 Stelle ha preso il 27,2% alla Camera.

Con questa enorme dote di voti, il candidato Saverio Galluccio, un po’ spaesato ed estraneo alla politica, si presenta alle urne con grandi speranze. Il quarto in corsa è Franco Bandelli, ex Pdl con una lista civica regionale, che ha già detto di voler essere l’«ago della bilancia» promettendo «opposizione costruttiva».

La campagna elettorale è scivolata via, forse senza prendere mai vigore. I candidati hanno battuto il territorio, con proposte politiche diverse, ma con visioni della Regione non così lontane. Il compito che attende il prossimo presidente è arduo, anche dal punto di vista politico perché il premio di maggioranza più cospicuo scatta con il 45% dei voti: in quel caso allo schieramento vincitore vanno il 60% dei 49 seggi disponibili in Consiglio regionale. Con meno del 45% il premio di maggioranza “regala” solo il 55% dei seggi, una maggioranza decisamente risicata.

Lo statuto di autonomia festeggia nel 2013 i cinquant’anni. L’idea della specialità non viene messa in dubbbio da alcun candidato, ma a guardare i numeri del bilancio lo Stato ha punito, nel corso della legislatura, l’autonomia: la finanziaria è dimagrita di quasi un miliardo di euro. L’unica regione d’Italia che paga da sola la sanità e ora si prova a costruire da sè la terza corsia della A4 - sul punto Serracchiani dissente da Tondo e vorrebbe i finanziamenti dello Stato - dovrà così immaginare un futuro per la propria economia, che soffre molto. L’industria risente della crisi e l’export, motore essenziale per la manifattura, ha frenato ancora nel 2012.

Uno sguardo politico fa notare la quasi assenza del centro dal voto: l’Udc ha scelto di confermare l’alleanza con Tondo, mentre Scelta Civica è rimasta fuori dai giochi.

I big nazionali arrivati in Friuli Venezia Giulia a fare campagna sono probabilmente gli sfidanti delle politiche che verranno: Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Beppe Grillo.

Un fattore da tenere d’occhio è senza dubbio l’affluenza, considerando che a Udine si rinnovano anche il Comune e la Provincia. Conterà anche la forza dei candidati al Consiglio regionale, che chiedono la preferenza per salire al palazzo finito nel mirino delle procure per i rimborsi gonfiati. Conta tutto, voto per voto, in una sfida che si potrà vincere anche per pochi voti.

(tratto dall’Ansa e rivisto dalla redazione)

Riproduzione riservata © Il Piccolo