Emergenza caldo, i consigli dell’esperto: «Si deve bere, soprattutto bere»

Marco Ballico
Turisti cercano refrigerio all'interno di una fontana nell citta' di Roma a causa del caldo e del sole rovente, 19 Luglio 2015. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI
Turisti cercano refrigerio all'interno di una fontana nell citta' di Roma a causa del caldo e del sole rovente, 19 Luglio 2015. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

TRIESTE «Si deve bere, soprattutto bere». Alessandro Cavarape, direttore della scuola di specializzazione in Geriatria dell’Università di Udine, parte dal suggerimento principale da rivolgere agli anziani che, più di tutti, soffrono le temperature elevate.

«Purtroppo, il cambiamento climatico in atto – spiega il docente – ha generato situazioni non poco pericolose per i soggetti fragili. Ce ne siamo accorti in questa prima parte dell’anno, ed è solo aprile. Le previsioni sull’estate non sono tra l’altro per nulla confortanti».

Su cosa si deve puntare l’attenzione?

«Ci sono anziani predisposti alle conseguenze negative del caldo. I primi sono i pazienti cardiopatici e quelli con malattie croniche polmonari. In particolare, la vasodilatazione legata al calore, la dispersione di liquidi e la disidratazione determinano conseguenze negative in cardiopatici e ipertesi che assumono farmaci diuretici».

Come prevenirle?

«Questi soggetti devono bere adeguatamente. Il rischio, altrimenti, è di episodi di perdita di conoscenza, cadute, collassi, che spesso comportano anche ricoveri ospedalieri».

Bere, ma quanto?

«Almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. Si può bere non solo sotto forma di liquidi, ma anche attraverso la frutta e la verdura. Evitando però le bevande con zuccheri aggiunti, caffè e soprattutto alcolici, che sono vasodilatatori».

Altre precauzioni per gli anziani?

«Vanno ridotti pasti elaborati, specie quelli ricchi di grassi e condimenti. E poi bisogna fare attenzione alla corretta conservazione degli alimenti, perché il caldo può favorire le tossinfezioni alimentari. Molto importante anche come ci si veste. E poi, fermo restando che non si deve uscire nelle ore di maggiore insolazione, stiamo anche attenti a non entrare in un’automobile rimasta sotto il sole. Attenzione poi ai condizionatori. Pure le temperature basse possono infatti creare danni. Meglio aprire le finestre, schermandole, riducendo l’aria condizionata. Tra esterno e interno la differenza non deve essere superiore ai cinque gradi. Qualcuno penserà che siano banalità, ma non è così».

Il sistema regionale della salute è pronto a affrontare un’altra stagione di emergenza su questo fronte?

«Certamente sì. La Regione predispone ogni anno un Piano operativo fatto innanzitutto di una meritoria opera di informazione. Il cittadino ha a disposizione materiale documentale molto utile. Queste campagne, lungi dall’essere noiose, hanno grande importanza. Tanto più per le persone che vivono da sole, come pure per quelle che sono totalmente dipendenti dai familiari. Più l’informazione è diffusa e più si intercettano gli interessati». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

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