Emporio Caritas, mille in lista d’attesa

Sono aalite a ottocento le persone aiutate dal market della solidarietà, ma ancora non basta Servizi comunali, in un anno interventi su del 20 per cento
Di Ferdinando Viola
Lasorte Trieste 13/06/13 - Via di Chiadino, Emporio della Solidarietà e Operatori
Lasorte Trieste 13/06/13 - Via di Chiadino, Emporio della Solidarietà e Operatori

Povertà, nuove povertà o rischio povertà non sono parole piovute dal cielo ma illustrano una situazione che anche a Trieste sta preoccupando, e non poco, amministratori e associazioni di volontariato. L’Emporio della solidarietà la dice lunga sullo stato in cui si trovano molte famiglie triestine. Il “supermercato” aperto dalla Caritas all’inizio dello scorso mese di aprile assiste 250 famiglie (oltre 800 persone) che non hanno di che vivere. E la lista di attesa per ricevere la card che dà diritto agli acquisti all’Emporio è “piena” di un migliaio di persone. I dati poi che arrivano dal Comune non sono meno allarmanti: rispetto a settembre del 2012 i vari interventi presso famiglie o singole persone sono cresciuti del 20%. Situazioni e numeri che i triestini conoscono poco, vuoi per le regole dettate dalla privacy, vuoi per un certo disinteresse verso queste problematiche. Ma molto più spesso è la dignità di queste persone in difficoltà che nasconde la sofferenza e non permette di avere una chiara visione del fenomeno che si sta allargando sempre di più. L’ultima struttura nata per la solidarietà è proprio l’Emporio di via Chiadino, un vero e proprio supermercato rivolto a persone (italiani e stranieri residenti a Trieste) in disagio economico, lavorativo e sociale dove possono essere reperiti i prodotti di prima necessità. Il progetto coinvolge Caritas diocesana, Fondazione CRTrieste, Comune, alcuni supermercati e tante persone di buona volontà.

«Le necessità sono enormemente aumentate in questo ultimo anno - sottolinea don Roberto Pasetti, direttore della Caritas triestina - lo documentiamo ogni giorno con le richieste che ci arrivano. Il nostro emporio ogni giorno distribuisce migliaia di prodotti arrivati dalla generosità dei triestini. La Raccolta alimentare effettuata il 15 giugno ha portato 50 quintali di derrate. A queste vanno aggiunti i tanti prodotti dalla raccolta nelle parrocchie. Uomini, donne, famiglie, giovani, meno giovani e associazioni hanno contribuito al rifornimento dell'Emporio e ci aiutano a mantenere tutta una serie di nostre iniziative come i centri diurni. Volontari e cittadini donatori hanno reso concreta la società solidale in cui crediamo».

Ma chi si rivolge alla Caritas? «Famiglie, persone che hanno perso il lavoro, disoccupati - afferma ancora don Pasetti - gente ben disposta che però non riesce a trovare altre soluzioni ai problemi di ogni giorno. Purtroppo non riusciamo ad accontentare tutti e tutte le necessità di ciascuno. Magari potessimo... Il 5 ottobre effettueremo un’altra Raccolta alimentare. Siamo sicuri che i triestini accoglieranno ancora con favore questo momento di solidarietà. Speriamo lo facciano anche altri supermercati, piuttosto “freddi” nella Raccolta di giugno».

Anche i dati che arrivano dall’amministrazione comunale sono tutt’altro che allegri. «Basta un dato che abbiamo documentato recentemente - afferma l’assessore alle Politiche sociali, Laura Famulari - da agosto 2012 all’agosto scorso gli interventi dei servizi sociali sono aumentati del 20 per cento. Si tratta soprattutto di persone disoccupate o che hanno perso il lavoro. Un dato significativo riguarda 516 famiglie diventate povere: abbiamo impedito che a loro staccassero luce, acqua e gas pagando noi le bollette». L’assessore Famulari non nasconde la gravità del momento e la difficoltà di intervenire a causa delle risorse insufficienti, «anche se nell’approvazione dell’ultimo bilancio grazie a un ordine del giorno di Marino Sossi sono state aumentate le risorse ai Servizi sociali prelevandole dalla riserva di amministrazione». «Stiamo pensando di ampliare i centri di accoglienza - aggiunge Laura Famulari - nel 2013 abbiamo ospitato oltre 15 mila persone delle quali 570 senza tetto, oltre alle quasi 10mila tra dicembre e marzo nel periodo del grande freddo».

Tra gli altri progetti contro la povertà da sottolineare la convenzione, in via di definizione, tra Comune e Ferrovie per realizzare un punto di accoglienza stabile in stazione finalizzato ad incanalare verso i centri comunali persone in forte difficoltà.

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