Emporio della solidarietà, in 2500 fanno la spesa con la tessera a punti

Oltre 360mila euro distribuiti gratuitamente in prodotti alimentari e per l’igiene personale in un anno. Questo il dato saliente dell’attività dell’Emporio della solidarietà di Gorizia che purtroppo continua a funzionare a pieno regime. Diciamo “purtroppo” perché se non funzionasse, significherebbe che non c’è più bisogno di sostenere persone in difficoltà. Altri dati. Dalla sua inaugurazione nel marzo 2011 ad oggi, l’Emporio di Gorizia (che ha sede al numero 15 di via Faiti) ha servito complessivamente più di 2.500 utenti, raccolti in nuclei per complessive 875 tessere familiari, donando (l’ultimo dato è relativo al 2015) oltre 25mila yogurt, 20mila buste di verdura ed 11mila di frutta, 24mila confezioni di pasta e 14mila litri di latte.
«Uno degli obiettivi raggiunti - spiega don Paolo Zuttion, direttore della Caritas diocesana di Gorizia - è stata la transizione delle persone che si rivolgono all’Emporio nel momento del bisogno ma poi, superata la situazione di difficoltà, non rinnovano la tessera».
Uno dei valori aggiunti che la struttura è oggi in grado di dare è rappresentato dalla possibilità offerta dai volontari di raggiungere a domicilio le persone impossibilitate a recarsi nella sede di via Faiti. Oggi l’Emporio conta 933 tessere. Di queste famiglie 450 (pari a circa 1.200 persone), in questo momento, accedono al supermercato. Si tratta, entrando nel dettaglio, di 350 bambini e 850 adulti. Qual è il meccanismo? Alle famiglie bisognose vengono rilasciate delle tessere, caricate a punti: in realtà, hanno lo stesso funzionamento di una carta prepagata. Utilizzandola, si fa la spesa gratis.
Il supermercato di Monfalcone ha emesso, invece, 462 tessere. Di queste sono attive 230. Ciò significa che accedono all’Emporio monfalconese 230 famiglie pari a 731 persone formate da 190 bambini e 541 adulti. In entrambi gli Empori le famiglie che vi accedono sono, per il 60%, italiane e per il 40% straniere. «I numeri sono in costante aumento. Dobbiamo, inoltre, constatare che si stanno incrementando le richieste d'aiuto da parte di famiglie goriziane, sempre più in difficoltà», dichiara Chiara Bertolini, "anima" dell'Emporio.
L'importo necessario per mandare avanti l'Emporio è di 61 mila euro (è escluso il valore del cibo) ma in realtà, al di là dei numeri, la struttura è animata anche da volontari e inserita in un più ampio insieme di donazioni e servizi integrati per il welfare. I 61mila euro sono comunque così suddivisi: 17.500 euro alle spese di gestione, 35mila euro per il personale e più altri 8500 euro. Il bacino d'utenza che si intende aiutare è, per la precisione, di 940 persone, tramite le apposite tessere che si possono stipulare in convenzione con varie realtà operanti nell'ambito socio-assistenziale (tra le altre Caritas, parrocchie, Conferenza di San Vincenzo, Servizi sociali dei Comuni, Comunità Arcobaleno). Le famiglie sono comunque stimolate a non godere di una semplice assistenza, ma a partecipare a un percorso attivo e in collaborazione con varie realtà per risolvere i propri problemi, anche se momentanei.
«È un progetto importantissimo per il territorio, al quale abbiamo creduto fin dal primo momento», sottolinea il sindaco Ettore Romoli. Da quest’anno, tra l'altro, l'Emporio si radicherà ancor di più nell'Isontino con due novità: sarà l'Ambito, e quindi l'insieme di tutti i Comuni, a concorrere alle spese assieme al Comune e alla Fondazione Carigo, e nei prossimi mesi verrà aperta la nuova sede di Gradisca d'Isonzo (negli spazi dell'ex canonica di Santo Spirito) che sarà punto di riferimento anche per Cormons.
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