Enoteca Bischoff oltre 5mila etichette che parlano di storia

di Laura Tonero
Piacevole esternamente, monumentale internamente. Con le sue volte in pietra e le oltre cinquemila etichette tra vini e liquori, l'enoteca Bischoff è un pezzo di storia della nostra città, che ha visto comparire negli anni tra gli scaffali i migliori vini internazionali, ogni prodotto nato dalle terre del Carso nonché le grappe, i rhum e i liquori più prestigiosi e apprezzati del panorama italiano ed estero. Fondata nel 1777, Bischoff può vantarsi di essere considerata dagli intenditori una delle 10 enoteche più importanti d'Italia e tra le più antiche del mondo.
In quel locale di via Mazzini che tanto ricorda una vecchia cantina, ristrutturato nel 1996 mantenendo le sue caratteristiche originarie, è raccolta la storia del gusto triestino. I Bischoff furono una delle tante famiglie di svizzeri grigioni trasferitesi a Trieste nella seconda metà del '700 per esercitare l'arte della caffetteria. E fu proprio con la “Bottega del Caffè” che Domenico Bischoff aprì quella realtà trasformatasi poi in una prestigiosa azienda di importazione, esportazione e vendita al pubblico di vini pregiati e liquori attiva nell’allora in via Nuova 21, l’attuale via Mazzini. Oggi l'attività è in mano alla famiglia Tombacco. «I Bischoff hanno gestito questa enoteca fino all'inizi della seconda guerra mondiale - racconta Gianluca Tombacco -. Poi dovettero andarsene a causa le leggi razziali. A loro nella gestione dell'azienda subentrarono gli Stock. Il rapporto con l'enoteca Bischoff e la mia famiglia - precisa - è invece iniziato nel 1984: da allora questa, oltre ad esser una professione, è diventata anche una grande passione».
Oggi il locale è una vera boutique dei sapori e dei profumi dove alle bollicine, ai vini rossi e ai bianchi i Tombacco hanno deciso di affiancare delicatezze per veri intenditori. Tra le eleganti scatole e i sacchettini sapientemente confezionati si possono trovare capperi di Pantelleria, pomodorini ripieni, broccoli, olive e friarielli. Per gli amanti del dolce ci sono poi le tante marche di miele, le confetture - da assaggiare la "perata" - caramelle e biscottini. Grande attenzione poi al cioccolato fondente puro - la cui riscoperta è iniziata anni fa, attraverso la ditta Domori -, quello per veri amanti del cacao, da abbinare magari a pregiati rhum.
Passeggiando tra scaffali e portabottiglie si resta inebriati solo leggendo le etiche: 2500 quelle italiane, tra cui alcune da collezione come nel caso dei Madera di fine '700. E poi ancora 700 etichette estere, 200 tra spumanti e champagne, tutta la produzione del Carso, oltre 1000 tra distillati e liquori, accessori professionali, oli extravergine e aceti. L’enoteca Bischoff viene segnalata in tutte le guide turistiche che fanno accenno a negozi storici e a eccellenze gastronomiche. «I turisti amano portarsi via come ricordo alcune bottiglie prodotte nelle nostre terre - continua Gianluca Tombacco -. Chiedono e scelgono proprio i vini prodotti dalle aziende provinciali o comunque regionali. Quanto ai triestini, in linea di massima si avvalgono del nostro consiglio: non badano tanto alla bellezza delle etichette, quanto alla qualità dei vini».
Chi entra per comprare una bottiglia, in genere, non si limita ad effettuare acquisti in rapidità, ma si sofferma sempre a dare un'occhiata: l'imbarazzo della scelta e l'acquolina in bocca sono inevitabili. I vini sapientemente disposti ricamano con i colori e i disegni delle etichette i tanti scaffali in legno scuro, alti fino al soffitto, mentre dolciumi e cioccolate fanno capolino a fianco del grande bancone. Vedersi recapitare a casa una delle laccate scatole rosse con il segno distintivo dell’enoteca Bischoff, è sempre cosa gradita.
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