Equitalia, la cartella della morta affissa all’Albo Pretorio del Comune

L’atto è stato mandato in Municipio perché «la persona che doveva ritirarla risulta assente» Ariella Pittoni è deceduta quattro anni ma il Fisco non se n’è accorto. Lo sconcerto della famiglia
Di Laura Tonero
Lasorte Trieste 02/07/12 - Via XXX Ottobre, Equitalia, Sportello Amico
Lasorte Trieste 02/07/12 - Via XXX Ottobre, Equitalia, Sportello Amico

Il fisco e la burocrazia braccano i cittadini anche da morti. Lo prova un avviso di deposito atti affisso in questi giorni all'Albo pretorio del Comune di Trieste. Fa riferimento a una cartella di Equitalia che nessuno è riuscito a recapitare perché la persona interessata al ritiro dell'atto risultava assente.

Peccato che quella contribuente non sia più in vita. Ariella Pittoni ha lasciato i suoi cari quattro anni fa. Lasciando tre figli in tenera età, rimasti poco prima anche senza il padre. Un insieme di circostanze che rendono quell'avviso ancora più paradossale e doloroso. Nel documento affisso all'Albo pretorio del Comune non si specifica naturalmente il contenuto della cartella ma solo il fatto che fa riferimento a una società, la Ardè, con la quale Pittoni aveva gestito un negozio chiuso circa 9 anni fa.

Nell'avviso si legge che il «messo notificatore, nell'impossibilità di recapitare gli atti di competenza ad Ariella Pittoni, attesa l'assenza, dichiara di aver provveduto al deposito in busta chiusa nella Casa del Comune». Se l'avesse trovata sarebbe stato un miracolo. Per chi ha sofferto di quella scomparsa, per chi ancora oggi non riesce colmare il vuoto lasciato da quella mamma, quella donna, quell'amica, sembra una beffa. Perché per il fisco e per la macchina comunale il contribuente non muore mai. E viene rincorso da Equitalia anche quando è passato a miglior vita.

La Pittoni si era spenta dopo una breve malattia ad appena 51 anni. Protagonista per anni della politica cittadina, socialista di ferro come il padre Arnaldo, il suo nome spicca tra gli avvisi affissi all'albo. Più di un dipendente comunale ha notato e storto il naso di fronte a quel documento. Anche per il fatto che la stessa famiglia un anno e mezzo prima della morte di Ariella era stata colpita da un altro grave lutto, con la scomparsa del giornalista della Rai Walter Spreafico.

Ma come è possibile che Equitalia perseguiti una persona che non c’è più e un atto con quel destinatario finisca affisso all'Albo pretorio? La macchina della burocrazia fa acqua, l'incrocio dei dati non funziona. È evidente che non esiste una banca-dati dove poter controllare se un contribuente nel frattempo sia deceduto. Nessuno, è chiaro, ha gestito in modo scorretto quell'atto, è la macchina burocratica che ha fallito e che chissà quante altre volte, con persone meno note, è incappata in simili disguidi, con i messi alla ricerca di contribuenti scoparsi. E nella Casa comunale giacciono migliaia di cartelle esattoriali. Perché dal marzo dello scorso anno un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate ha modificato le modalità con cui vengono notificate le cartelle di Equitalia. Da un anno la società di riscossione se non riesce ad eseguire la notifica al legittimo destinatario, per assenza, incapacità o per rifiuto delle persone delegate a ricevere gli atti al posto del destinatario, provvede a depositare l'atto nella Casa Comunale.

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