“Escher”, la magnifica incompiuta Mostra ferma a un passo dal record

Più di 30 mila visitatori in tre mesi. Improbabile una proroga: ex Pescheria già prenotata per altri eventi
Lasorte Trieste 25/03/20 - Salone degli Incanti, Mostra Escher Chiusa
Lasorte Trieste 25/03/20 - Salone degli Incanti, Mostra Escher Chiusa



«Non posso fare a meno di prendermi gioco di tutte le nostre certezze incrollabili. È molto divertente confondere deliberatamente due e tre dimensioni, il piano e lo spazio, e scherzare con la gravità». L’artista olandese Maurits Cornelis Escher è un geniale creatore di illusioni ottiche e mondi paralleli. Così la sua mostra al Salone degli incante, prodotta da Arthemisia, è diventata virtuale e surreale per l’emergenza sanitaria. La grande mostra, che aveva aperto i battenti il 18 dicembre, aveva già dovuto sospendere le visite una prima volta dal 24 febbraio al primo marzo. «L’immersione nell’opera di Escher è un bagno ristoratore nella bellezza, è rigenerarsi attraverso lo stupore e la meraviglia. Permette, almeno per la durata della visita della mostra, di spogliarsi dell’angoscia che si è costretti a indossare in queste drammatiche giornate», scriveva il 6 marzo Fabio Riva, uno degli ultimi a vedere la grande mostra triestina. Per effetto del Dpcm dell’8 marzo, “Escher”, come tutte le mostre di Arthemisia, chiude a tempo indeterminato, «fino a nuove disposizioni governative», come si legge sul sito web della mostra che invita tutti a «a godere virtualmente dell’arte».

«È una vera tragedia. Aveva già fatto più di 30 mila visitatori in tre mesi. Poteva fare dei numeri che non si sono mai visti a Trieste. E che mai si vedranno a questo punto», spiega sconfortato l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi, che con questa mostra aveva scommesso sul rilancio dello spazio espositivo dell’ex Pescheria.

«Ci siamo affidati ancora una volta ad Arthemisia forti del significativo risultato della mostra “Lego” che ha registrato ben 51 mila visitatori», aveva dichiarato originariamente in conferenza stampa. E, fino all’arrivo del virus, era stata una fiducia ben riposta. “Escher” stava marciando a grandi passi verso la possibilità di essere la mostra dei record di Trieste, la più visitata di sempre. «La mostra su Escher – aveva pronosticato il 20 febbraio la dirigente comunale Francesca Locci – in due mesi ha già catalizzato 25 mila visitatori e di questo passo, quando a giugno terminerà, potrà raggiungere quota 70 mila». Complice anche una promozione con gli albergatori che, attraverso un contributo di 60 mila euro derivante dall’imposta di soggiorno, finanziava il cosiddetto “coupon di Trieste per Escher”. In pratica tutte le strutture ricettive del capoluogo regionale offrivano ai rispettivi clienti biglietti per visitare la mostra gratuitamente, per circa cinquemila biglietti omaggio al prezzo ridotto di 12 euro (il prezzo intero invece è di 14 euro). Un’iniziativa azzerata dal coronavirus. E che difficilmente sarà utilizzata per le ormai prossime vacanze pasquali. Il dramma è che la mostra difficilmente sarà prorogabile in estate. «Niente da fare. La mostra scade il 7 giugno. Non so cosa potremmo recuperare. Ben poco credo. Purtroppo il Salone degli incanti è già prenotato per quel periodo da una crociera. A meno di disdette non si può fare nulla. Poi c’era Esof, che però è già slittato a settembre», spiega Rossi.

La White Sheep, la società di pubbliche relazioni di Rossana Bettini e Francesco Razzetti, ha prenotato per la cifra di 14.884 euro l’ex Pescheri per la realizzazione di una cena di gala in stile vecchio mercato del pesce per l’intera nave Mein Schif 2 nelle giornate dal 19 al 21 giugno. E a meno che la crociera privata non salti, la mostra di Escher dovrà dunque essere disallestita a giugno. «In ogni caso - gioca la carta dell’ottimismo Rossi - ci rifaremo questo inverno con una mostra ancora più importante di Escher». E sempre assieme ad Arthemisia. —



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