«Esigo verità. Chi ha sbagliato, deve pagare»

«Mi sento ferito nel profondo, il solo dubbio che portando mia moglie in ospedale avrebbero potuto salvarle la vita, mi fa star male. Solo questo basta a capire la gravità della situazione, non serve aggiungere altro». Quella di Mario Cappelli, marito di Vera Vidali, non è rabbia. È tristezza, come comprensibile, e desiderio di giustizia. Ha portato il caso in Procura pochi giorni dopo il decesso della coniuge, il 20 marzo, come si evince dalla querela. «Si proceda penalmente per tutti i reati verranno ravvisati nei confronti di chiunque sarà ritenuto responsabile», è precisato nell'atto.
«Farò di tutto per avere verità anche per rispetto di mia moglie - spiega Cappelli - se qualcuno ha sbagliato, se non ha operato come di dovere, deve rispondere. Ciò che è stato fatto deve venir fuori ed essere analizzato. Non me la sento di dare giudizi a chi è intervenuto o sul funzionamento del sistema di emergenza della nostra sanità - osserva -, la questione è in mano ai giudici. Io personalmente ritengo che ci siano state delle mancanze e per questo motivo ho perso mia moglie. Ho 76 anni, non sto molto bene, anche questo peserà sulla mia salute. Io ora desidero soltanto togliere Vera da quel frigorifero e portarla nella tomba. Se ci sono colpe - conclude - verranno fuori».
C'è anche un altro lato della vicenda: la famiglia, al di là degli aspetti puramente sanitari e giudiziari, lamenta l'assenza di informazioni da parte dell'Azienda ospedaliero sanitaria di Trieste. «Non si sono mai fatti sentire - accusa il figlio Davide -, capisco che di mezzo c'è un’indagine, ma almeno un contatto, una telefonata. È questione non solo di diritti, ma anche di rispetto umano. L'unica informazione che abbiamo avuto è saltata fuori appena qualche giorno fa, dopo quasi un mese. Mi riferisco alle onoranze funebri, da cui abbiamo saputo che la salma di mia mamma era in carico a un medico legale. È da questo dettaglio che abbiamo dedotto che sarebbe stata fatta l'autopsia. L'Azienda, invece, non ci ha detto niente. L'esecuzione dell'esame autoptico è un particolare che abbiamo solo potuto dedurre».
Sull'esito la famiglia dispone solo di informazioni ufficiose. «Per noi - rileva ancora il figlio - è impossibile anche ottenere l'atto di decesso. Vorremmo fissare il funerale, ma prima sarebbe opportuno visionare il referto dell'autopsia per disporre di indicazioni adeguate e di un punto di vista legale».
(g.s.)
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