Etica e morale per una cultura della legalità

C’è l’etica e c’è la morale. E poi c’è la politica. Tre punti focali della società che, a un certo punto, nell’Italietta odierna, hanno finito per deragliare invece di marciare parallelamente. Trasformando la penisola in una Scandalopoli che ha lasciato indenni ben pochi partiti.
Per questo il tema “Per una politica con l’anima. L’etica del bene comune” voluto dal gruppo Reset, quello della lettera aperta al sindaco Cosolini è sembrato ieri di particolare attualità.
Franco Belci, animatore della serata alla “Marittima”, l’ha detto da subito: «Di fronte a una certa politica degli affari e della corruzione - ha osservato - bisogna capire come produrre anticorpi e una cultura della legalità. Perché non è corretto dire solo e sempre che esiste una società civile sana che si contrappone a quella politica».
Luciano Santin, ricordando le “illusioni” legate a Mani Pulite ha ricordato invece come già vent’anni fa Flavio Pressacco, all’epoca asso pigliatutto di vari incarichi, lo avesse invitato a tenere fuori l’etica dalla finanza, in quanto concetti antitetici.
Lo stesso pensiero filosofico, come ha illustrato dottamente il docente di Filosofia morale Andrea Zhok, vede una netta distinzione tra etica e morale, con un ruolo più marcato di quest’ultima. Mentre, rapportando le idee sul piano dell’amministrazione, «una normativa che ha valore etico deve per forza essere efficace».
Cosa che in Italia succede tutt’altro che spesso, e ha spinto l’ex magistrato Raffaele Morvay a citare l’esempio di uno Stato «che punisce l’uso di droga ma non quello di alcol, gioco d’azzardo e fumo, dai quali, anzi, trae dei notevoli profitti». Quello stesso Stato che, e siamo nel campo della bioetica, ha visto lottare Beppino Englaro per anni, prendendo spunto dalla sua Eluana per arrivare «a un’etica fondata sulla persona».
In finale, la chiosa del sindaco Roberto Cosolini. «Ci sono, nella società, comportamenti eticamente censurabili, come la tendenza ai privilegi, che va contro i diritti e le pari opportunità che deve avere il cittadino. E c’è anche, nella politica, una disonestà intellettuale, che magari, come adesso, porta qualcuno a dire che con lui i migranti spariranno e la Ferriera chiuderà dopodomani. Sapendo di dire una bugia...». (f.b.)
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