Etilometro “bugiardo” ritirato dai carabinieri

Due anni. È il tempo trascorso fra il controllo e la successiva contravvenzione comminata all’automobilista, datati 3 aprile 2011, e la perizia tecnica che ha bollato come inattendibile l’etilometro con cui quell’alcol test era stato effettuato. L’apparecchio, il Draeger 7110, matricola ARP N030, utilizzato dal Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Trieste, era stato - come annualmente previsto - sottoposto anche nel 2011 e nel 2012 «alla revisione in un centro specializzato di Roma, individuato dal Ministero dell’interno per tutti gli apparati». Informazioni che il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Andrea Guglielmi, mette in evidenza, intervenendo in prima persona in merito alla vicenda che vede proprio quell’etilometro “accusato” di aver prodotto risultati non credibili nel test cui era stato sottoposto, in viale Campi Elisi, un automobilista triestino. Il quale si era poi rivolto all’avvocato William Crivellari per contestare la sanzione e la sospensione di tre mesi della patente inflittagli a seguito di quel controllo (0,57 e 0,53 grammi di alcol per litro di sangue l’esito delle due soffiate, a fronte di un limite di legge di 0,50). È stato poi il giudice di pace Andrea Zugna a incaricare l’ingegner Giorgio Cappel di effettuare la perizia tecnica sull’apparecchio: la sua relazione ha detto che quel macchinario ha il difetto di aumentare almeno del 10% i valori della quantità di alcol presente nell’aria soffiata nel boccaglio dalla persona che viene sottoposta al test. A novembre è in programma l’udienza che dovrebbe mettere la parola fine alla vicenda giudiziaria.
Intanto, l’etilometro «dopo la perizia è stato inviato in manutenzione perché si è constatato come si facesse più fatica a espirarvi (per la registrazione dei valori, ndr) rispetto agli altri - spiega il colonnello Guglielmi -. Secondo la perizia, questo aspetto andrebbe a inficiare i risultati. Proprio per verificare quanto sostenuto dalla relazione, lo abbiamo spedito a Roma». Togliendolo quindi “dal servizio”. I test sulla strada proseguono con gli altri apparecchi a disposizione. E Guglielmi annota inoltre sul Draeger 7110 matricola ARP N030: «Nel 2011 e 2012 era stata effettuata l’annuale revisione, che ne aveva certificato il corretto funzionamento». E a questo proposito, il comandante dei carabinieri rileva «un dato fondamentale - prosegue -, cioè che la contravvenzione risale al 3 aprile 2011 mentre la perizia è del maggio-giugno di quest’anno. Un aspetto che è stato fatto presente al giudice di pace anche attraverso le controdeduzioni della prefettura. Che ha spiegato come il fatto che adesso quell’apparecchio non funzioni, non significa che all’epoca funzionasse male: anche perché questi apparati sono sottoposti ogni anno a revisione». Che nel 2011 aveva dato l’ok al macchinario. «Sull’asserita mancanza di attendibilità - aggiunge Guglielmi -, dunque, gli accertamenti di oggi non sono più utili a stabilire un supposto malfunzionamento risalente a due anni fa, considerati i prevedibili danni da usura potenzialmente subiti dall’apparecchio. Le verifiche di oggi - conclude il colonnello - non possono valere per due anni or sono». A novembre la pronuncia del giudice.
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