Ex amici in Tribunale 370mila euro versati da Milanese a Colino

Invenduti gli appartamenti pignorati, l’ex calciatore ha dovuto risarcire il manager per alcuni investimenti falliti
Di Corrado Barbacini
Foto BRUNI Trieste 19 07 05 Massimo Colino-manager calcio
Foto BRUNI Trieste 19 07 05 Massimo Colino-manager calcio

Un bell’assegno di 370mila euro. I soldi pronto cassa sono stati pagati da Mauro Milanese - ex calciatore triestino e fino a pochi giorni fa direttore sportivo del Varese dopo aver giocato tra l'altro con Cremonese, Napoli, Parma, Torino e Inter - al suo ex manager ed ex amico Massimo Colino. Pagati cash per chiudere definitivamente una brutta faccenda che ha rovinato la loro consolidata amicizia.

La vicenda di ripicche e di ritorsioni è iniziata molto tempo fa. Perché Colino per anni ha curato a Trieste gli affari e gli interessi dell'altro. In un occasione Milanese, che da tempo vive lontano da Trieste, aveva proposto all’amico di partecipare a un investimento apparentemente remunerativo. Il manager aveva così consegnato all’ex calciatore una somma vicina ai 500 mila euro. Denaro che Milanese avrebbe dovuto poi versare a un promotore finanziario di sua fiducia, così che Colino avrebbe ottenuto tramite l'amico un interesse consistente in rapporto alla somma investita. Ma a un certo punto, secondo Colino, Milanese non gli ha più versato quanto era nei patti. I soldi, probabilmente a causa di un investimento sbagliato, si erano volatilizzati.

Quattro anni fa, dopo una serie di pressioni, Milanese ha consegnato un assegno da 310 mila euro a Colino per chiudere la faccenda. Ma il titolo di credito non è andato a buon fine, non è stato esigibile. E così Colino, tramite l'avvocato Antonio Florean, ha avviato una causa civile nei confronti di Milanese, ormai ex amico. La causa è andata dipanandosi al Tribunale di Milano, da dove è stato emesso un decreto ingiuntivo che ha riguardato il pignoramento di due appartamenti che Milanese possiede a Trieste: uno in Costiera, alle Ginestre; l'altro alle Agavi.

Il decreto del Tribunale di Milano, città di residenza di Milanese, ha proseguito il suo iter superando sospensive e opposizioni. Il giudice di Milano ha rigettato infatti l'opposizione degli avvocati del diesse del Varese. E così l'atto formale è stato depositato a Trieste dove il giudice Giovanni Sansone ha disposto l'esecuzione. Per dirla in parole semplici ha pignorato le due case incaricando il commercialista Stefano Gropaiz della vendita. Prezzo d'asta 310mila euro, l'ammontare dell'assegno non onorato. Questo è successo nel maggio dello scorso anno. Ma con la crisi del mercato immobiliare è stato di fatto impossibile vendere per quella cifra due appartamenti, uno in Costiera, alle Ginestre con tanto di cabina di proprietà in spiaggia, l'altro alle Agavi, a Valmaura. Così alla fine Milanese ha disposto il bonifico in banca a favore dell’ex amico. In totale 370mila euro. Per la precisione 310mila del debito e 60mila per spese e onorari degli avvocati.

In questa guerra tra i due ex amici è comparsa anche la vicenda dei Rolex e della denuncia per appropriazione indebita presentata da Milanese nei confronti di Colino al centro di un procedimento penale del pm Massimo De Bortoli. Anche qui tutto risolto. Gli ultimi due pezzi della collezione i due ex amici se li sono divisi. Uno a me, uno a te. Per primo però ha scelto Colino.

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