Ex bagni pubblici: sarà rimosso l’amianto

Ex Bagni pubblici. Qualcosa si muove. Anche se siamo ancora lontani dall’agognata riqualificazione di uno stabile che ha fatto la storia in città. Il Comune, attraverso la determina contrassegnata dal numero 2.208, ha dato il via libera ai lavori di bonifica e di rimozione dell’amianto dalla copertura del “Civico stabilimento bagni”, affidando il servizio di progettazione e direzione lavori alla “Asstecaa professionisti associati” di Udine. La Regione, infatti, ha concesso un contributo che consentirà al Comune di procedere con l'intervento di bonifica delle coperture in amianto che sormontano lo stabile. Decine di metri quadrati di eternit, che dovranno essere rimossi: l'amministrazione comunale stima di spendere circa 160 mila euro anche se il contributo che è arrivato è di 60.800 euro.
E, come delineato dalla determina firmata dal dirigente del settore Lavori pubblici, Mauro Ussai, l'intervento sarà messo in cantiere entro il 30 giugno. Si procederrà nella fattispecie con l’impermeabilizzazione su coperture piene, curve o a falda, con la copertura attraverso l’utilizzo di lastre di lamiera, la riparazione della struttura di sostegno della copertura in legno, la fornitura e posa in opera di grondaie e tubi fluviali. Intanto la struttura pare non fare nulla per celare lo scorrere del tempo. Il degrado si è impossessato della facciata, che si sta progressivamente sgretolando: lo scorso inverno il Comune è stato costretto a correre ai ripari, transennando la porzione di marciapiede antistante l'ex stabilimento, a causa dei ripetuti distacchi di intonaco. Poi, una falla si è aperta nel tetto, dal quale si sono staccati alcuni dei pannelli di copertura che sormontano la struttura.
E dire che il 2007 sembrava l’anno della svolta: una cordata formata da Itec, di Mattarollo srl, Azzurra srl e Palazzo Unione srl aveva risposto positivamente al bando per le manifestazioni d'interesse pubblicato dal Comune per trovare un soggetto al quale affidare la ristrutturazione dello stabile. Il progetto prevedeva la realizzazione di un centro wellness, capace di rinverdire i fasti asburgici del civico stabilimento bagni. Non se ne fece nulla, nonostante la prolungata trattativa tra le parti.
Se il progetto originario fosse decollato, sarebbe stato (finalmente) recuperato uno dei tanti palazzi storici della città lasciati completamente al degrado e all'abbandono. L'idea era di riutilizzare il «Civico stabilimento bagni» che è stato realizzato, in via Cadorna, nel 1876-78 su progett dell'architetto Leopoldo de Claricini. «L'edificio - si legge nella scheda progettuale dell'epoca - venne costruito su un terreno in pendenza, con la parte alta in corrispondenza dell'ingresso. Ciò determinò un complesso volumetrico emergente con due piani sul lato stradale e tre piani verso il giardino. La costruzione originaria comprendeva anche una piscina esterna situata nel giardino retrostante, da due edifici minori che ospitavano le cabine-spogliatoio, da un terrazzamento per il bagno di sole e da un ampio spazio per la funzione estiva dei bagni».
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