Ex dipendente comunale a processo per peculato
Un ex dipendente del Comune di Fogliano Redipuglia è stato rinviato a giudizio, a fronte dell’ipotesi di peculato e di danneggiamento. Il processo al Tribunale di Gorizia si aprirà il prossimo 15 ottobre. Lo ha stabilito il Gup Flavia Mangiante, lunedì, durante l’udienza preliminare nella quale il Comune foglianino si è costituito parte civile, rappresentato dall’avvocato Franco Ferletic, del Foro di Trieste. La delibera di giunta di conferimento dell’incarico con l’affidamento della procura speciale al legale, risale allo scorso 26 gennaio. In particolare, viene contestato il reato di peculato, previsto dall’articolo 314 del Codice penale, in ordine all’appropriazione indebita di beni da parte di un pubblico ufficiale, nonché di danneggiamento, in base all’articolo 635 Cp, in relazione a informazioni, programmi e dati informatici.
Il dipendente all’epoca operava in un ufficio comunale con la funzione di impiegato tecnico amministrativo. I fatti risalgono al mese di gennaio 2016. Di mezzo c’era un provvedimento stabilito dall’amministrazione comunale, retta dall’allora sindaco Antonio Calligaris, attraverso il quale l’uomo veniva posto in aspettativa. Il dipendente, come contesta la Procura, in seguito alla decisione presa nei suoi confronti, non avrebbe consegnato le chiavi dell’edificio comunale e per l’accesso ad altre strutture pubbliche che aveva in dotazione. Inoltre, sempre secondo l’ipotesi di accusa, l’impiegato sarebbe intervenuto sui dati contenuti nel computer di servizio.
L’avvocato Ferletic, da parte sua, ha spiegato: «Il dipendente non aveva consegnato le chiavi della sede municipale e di altri accessi ad edifici pubblici, nonché aveva cancellato le mail in ingresso e uscita dalla casella di posta elettronica del computer affidatogli in ragione del proprio servizio. Il Comune allora aveva dovuto cambiare tutte le serrature e sistemare gli aspetti informatici. L’ente locale ha pertanto deciso di costituirsi parte civile, in qualità di parte lesa, anche per ragioni di danno erariale, legate ai costi sostenuti in ordine ai danni subiti».
L’avvocato Renzo Pecorella che assieme alla collega Rosaria Delfabro rappresenta l’ex dipendente, ha osservato: «Il procedimento rappresenta una parte di una vicenda lunga e complessa. Il nostro assistito era ricorso per due volte al giudice lavoro: nella prima occasione il Comune era stato condannato a risarcire i danni da demansionamento con sentenza passata in giudicato; la seconda volta l’ente locale ha accettato la proposta del giudice di corrispondere all’ex dipendente una somma a titolo di risarcimento. Nel frattempo questi era stato collocato in mobilità contro il proprio volere. Quanto al procedimento penale in corso dal 2016 - ha aggiunto -, in primo tempo il pubblico ministero aveva richiesto l’archiviazione, ma il giudice per le indagini preliminari gli aveva ordinato di formulare comunque l’imputazione. Pochi mesi fa, la giunta comunale aveva deliberato di rinunciare a costituirsi parte civile. Noi riteniamo che si tratti di accuse prive di fondamento e, come tali, destinate a cadere all’esito del dibattimento».—
Riproduzione riservata © Il Piccolo