Ex direttore Despar patteggia due anni

RONCHI DEI LEGIONARI. Ha patteggiato la pena di due anni, con la sospensione condizionale, l’ex store manager della Despar di Ronchi dei Legionari che era stato accusato dalla Procura triestina di essere il responsabile di una serie di “sabotaggi” nel vecchio posto di lavoro, la filiale di Remanzacco. Boicottaggi maturati introducendosi abusivamente, e in più occasioni, nel sistema informatico aziendale, pure danneggiandolo attraverso la cancellazione del contenuto di alcune cartelle di posta elettronica.
Il disegno si è consumato prendendo visione della corrispondenza telematica di ingresso e uscita, delle statistiche mensili di fatturato e degli inventari della vecchia sede presso cui in precedenza l’uomo, un 52enne friulano, Hermann Anello, aveva lavorato come vice direttore e dove aveva anche ricevuto, da vero dipendente modello, diversi encomi per l’abilità a rintracciare i taccheggiatori. Ora dovrà anche rifondere le spese della costituzione di parte civile, pari a 1.800 euro. Così è stato stabilito, mercoledì mattina, davanti al giudice per le indagini preliminari Luigi Dainotti. Il difensore di Anello, l’avvocato Barbara Brancale del foro di Udine, aveva proposto un anno di reclusione (sempre con la sospensione condizionale della pena), ma il pm Maddalena Chergia non ha prestato il consenso.
È questo dunque l’epilogo della vicenda dell’ex direttore del supermercato ronchese, licenziato in tronco lo scorso novembre dall’Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Nordest italiano. Tutto era partito un anno e mezzo dopo la promozione dell’uomo a store manager della filiale isontina: un salto professionale, indubbiamente, ma d’altro lato anche l’onere del pendolarismo, visto lo spostamento in un punto vendita situato a una cinquantina di chilometri di distanza dalla residenza e dal precedente posto di impiego, a Remanzacco. Una decisione forse mai del tutto digerita. Così, secondo l’accusa formulata dalla Procura di Trieste l’uomo si era introdotto abusivamente nel sistema informatico dell’ex filiale, alterando sia gli ordinativi di merce (in tre occasioni) sia il quantitativo di banconote e moneta richiesta per il rifornimento del punto vendita di Remanzacco e perfino gli orari delle presenze al lavoro di un collega parigrado.
Il tutto mentre il 52enne operava a Ronchi, «sfruttando le password a suo tempo conosciute in ragione dell’attività» e anche «in seguito alla modifica di quelle relative alla piattaforma As400, apprendendole mediante accesso abusivo ai messaggi di posta elettronica con cui venivano inviate le nuove password». Di qui la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Chergia per il continuato accesso abusivo a sistema informatico, peraltro con l’aggravante d’«aver commesso il fatto con abuso della qualità di operatore di sistema».
L’avvocato Brancale ha così commentato, ieri: «Ribadisco che all’epoca dei fatti il mio assistito si trovava in un momento di fragilità personale, ora ancor più acuito dall’esito del procedimento. È molto dispiaciuto, ma anche consapevole delle responsabilità e della gravità delle azioni».
Così invece il legale dell’Aspiag, avvocato Marco Vocaturo del foro di Treviso: «Ringrazio la Procura per lo scrupolo delle indagini eseguite. Valuteremo in futuro come procedere per gli interessi dell’azienda».
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