Ex manager in Tribunale. Ma su altri binari

La citazione dei vecchi vertici sarà gestita da Consoli su delega dell’assemblea. Intanto la Procura indaga
Foto Bruni 16.06.14 Livio Marchetti, pres.Cooperative Operaie
Foto Bruni 16.06.14 Livio Marchetti, pres.Cooperative Operaie

Trieste potrebbe tracciare un sentiero giudiziario “utile” al Friuli. I promotori della causa contro la Regione quest’ambizione la covano. Un’analoga azione di responsabilità civile potrebbe essere imbastita a breve tra i soci della CoopCa, che di converso risultano più “avanti” dei colleghi di sventura delle Operaie in un altro tipo di causa: quella contro gli ex manager. Per arrivarci pure qui, com’è noto, è solo questione di tempo, di un paio di mesi. Esiste però un’abissale differenza, in termini giuridici, tra la causa contro la Regione e quella contro gli ex amministratori, benché il comune denominatore sia la cosiddetta azione di responsabilità civile. La prima causa, ancorché destinata a diventare “collettiva”, ha natura individuale mentre la seconda “di massa”. Contro la Regione è il singolo che decide di battagliare nel momento in cui si ritiene appunto danneggiato da un’azione (in questo caso un’omissione) della Regione medesima. L’eventuale vittoria della causa farebbe scorrere dei soldi nelle tasche di ogni singolo cittadino che l’ha promossa.

La seconda opzione, quella dell’istanza di risarcimento rivolta agli ex amministratori, dev’essere decisa, votata dalla maggioranza dei soci. A questo proposito, non appena il suo team avrà chiuso il dossier sui presunti responsabili, l’avvocato Consoli provvederà alla convocazione delle assemblee territoriali in cui saranno designati i delegati per la decisiva assemblea generale. A quel punto, se sarà arrivato il via libera a far causa ai vecchi manager, sarà Consoli stesso a occuparsi, per conto di tutti i soci, di un’unica azione giudiziaria. Azione di cui, in caso di successo, non beneficeranno direttamente le tasche dei singoli. L’eventuale danaro, in prima battuta, finirà nella cassa delle Operaie in liquidazione consentendo al commissario, in seconda battuta, un ulteriore riparto di rimborsi.

Stendendo un velo sull’operazione del febbraio 2015, quando 400 triestini si convinsero a pagare 126 euro in contanti agli emissari di uno studio legale di Bologna per farsi rappresentare in caso di bisogno, di tutt’altro genere è l’iniziativa di cui si è fatto collettore l’ex consigliere regionale dei Cittadini Stefano Alunni Barbarossa (il più attivo sul fronte Operaie in epoca Tondo), che come avvocato di un centinaio di soci aveva presentato l’anno scorso a Foro Ulpiano un esposto per presunta associazione a delinquere finalizzata alla truffa dei soci. Vi risultavano citati tutti i soggetti coinvolti a vario titolo in questa storia, dai manager ai rappresentanti delle diverse amministrazioni regionali succedutesi nel tempo, passando per i vertici di LegaCoop e Confcooperative. Qui, dal civile, traslochiamo nel penale. E da allora tutto tace. Non esistono, ad oggi, comunicazioni che dicano che l’esposto è stato archiviato. Fino a prova contraria la Procura - la stessa che ai tempi del commissariamento mise sotto inchiesta il presidente Livio Marchetti e il presunto uomo ombra Augusto Seghene per bancarotta - sta ancora indagando, insomma.(pi.ra.)

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