Ex Museo del Mare e pineta di Barcola: «A inizio 2025 il passaggio al Comune di Trieste»

I due beni rientrano negli immobili demaniali che attendono da anni il trasferimento di proprietà. La presidente della Paritetica D’Orlando: «C’è ancora un nodo finanziario che deve essere sciolto»

Francesco Bercic
In alto, l’ex museo del Mare; nel pezzp, la Pineta e i lavori Foto Silvano
In alto, l’ex museo del Mare; nel pezzp, la Pineta e i lavori Foto Silvano

La pineta di Barcola, l’ex caserma Duca delle Puglie (ora museo de Henriquez) e l’ex sede del museo del Mare in Campo Marzio sono accomunati da un medesimo destino.

Un destino atteso ormai da nove anni e che adesso ha una nuova data di compimento, fissata a «inizio 2025». Se stavolta le tempistiche dovessero essere rispettate, i tre immobili per quella data saranno definitivamente trasferiti dal Demanio al Comune.

Barcola, la zona recintata del cantiere. Foto Massimo Silvano
Barcola, la zona recintata del cantiere. Foto Massimo Silvano

La prudenza è d’obbligo, visto il lento sviluppo dell’iter gestito dalla Commissione paritetica Stato-Regione. E del resto il tavolo deve mettere assieme interessi diversi, che da Trieste conducono fino a Roma. La dilatazione dei tempi non è però indolore: il Comune ha fretta di concludere perché – come si vedrà – l’esito del dossier si intreccia indirettamente con alcune importanti partite municipali dei prossimi anni.

La presidente della Paritetica, Elena D’Orlando, fa il punto della situazione. Il fascicolo risale all’agosto del 2015, all’epoca della giunta Cosolini. Include, come detto, l’ex caserma Duca delle Puglie di via Cumano, oggi sede museale; l’ex “direzione d’artiglieria”, ossia l’ex Museo del Mare in via di Campo Marzio; infine la pineta di Barcola, comprensiva del piazzale 11 settembre 2001. Da allora il dossier ha incontrato non poche difficoltà, che tipicamente accompagnano procedure di questo genere. La scorsa estate, dopo varie insistenze, sembrava che i giochi potessero essere chiusi entro quest’anno. Non sarà così.

L’istruttoria ha in realtà ottenuto già i “semafori verdi” che le servivano. Il Demanio ha appurato lo stato in cui si trovano i beni e non ha fatto osservazioni particolari, dando il via libera alla cessione. C’è tuttavia un nodo finanziario che va ancora sciolto, spiega D’Orlando. I tre immobili determinano infatti un gettito a favore dello Stato – un esempio su tutti: gli affitti pagati per i chioschi di Barcola – e dev’essere perciò stabilita una forma di compensazione, preliminare al passaggio di consegne con il Comune.

Più che le possibili compensazioni, materia ministeriale, l’incaglio è dettato dalla discordanza nelle dimensioni del gettito, così come quantificato dal Demanio e dagli uffici della Regione. A fine novembre l’istruttoria è stata aggiornata e sono in corso le verifiche con il Comune per accertare le cifre. Superato questo ostacolo, in apparenza non insormontabile, la bozza licenziata dalla Commissione paritetica potrà approdare in Consiglio dei ministri per l’imprimatur. Quando accadrà? «Spero nella prima parte del 2025», risponde la presidente D’Orlando.

Si diceva della fretta del Comune. Il motivo è legato in particolare all’ex Museo del Mare in Campo Marzio, allo stato attuale inutilizzato dopo lo spostamento di sede a favore di Porto Vecchio. L’edificio – di epoca settecentesca e dal multiforme curriculum di lazzaretto, caserma, arsenale e appunto museo – confina infatti con il mercato ortofrutticolo che, com’è noto, il Municipio vorrebbe spostare per trasformare il sito almeno in parte in un parcheggio. Le intenzioni manifestate in passato dalla giunta erano di accorpare ex Museo del Mare e mercato in un unico pacchetto, cosicché chiunque decida di comprare quest’ultimo si incaricherà di recuperare anche il primo. Prima, però, va definito il punto dove effettivamente trasferire il mercato ortofrutticolo, di modo da poter alienare il complesso posto alla fine delle Rive. Nel frattempo, servirà il beneplacito di Roma. —

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