«Expo Mittelschool, Paoletti ritiri il bando del ristorante»

Il rappresentate dell’Acepe Durissini: «Non ho collaborato a nessun progetto Patti non rispettati. Sto raccogliendo le firme degli esercenti, saranno tante»

«Dice la Bibbia che non si può essere, nel medesimo tempo, servi di Dio e del diavolo». Lionello Durissini, storico direttore dell’Acepe, 89 anni, indossa i panni da predicatore ma non porge l’altra guancia. Il ristorante all’Expo Mittelschool, voluto dalla Camera di commercio di Trieste, non s’ha da fare. Né ieri, nè oggi, nè domani. Nè Mai. Lui non retrocede di un passo. Non è lui, come insinua il direttore generale della Cciaa Stefano Patriarca, ad aver cambiato idea. Non è lui ad essere venuto meno ai patti. Il suo sermone biblico è indirizzato ad Antonio Paoletti nella sua doppia veste di presidente della Camera di commercio e dell’Unione dei commercianti di Trieste. «Il presidente Paoletti - tuona Durissini - che rappresenta due enti (Cccia e Unione commercianti) deve scegliere ora, se stare con l’uno o l’altro». Tertium non datur. Durissini non ha dubbi sulla scelta da fare: «Paoletti, essendo anche presidente dell’Unione commercianti a cui aderiscono sia l’Acepe che la Fipe, deve, senza se e senza ma, difendere la giusta protesta dei ristoratori cittadini e quindi abbandonare il progetto di installare un ristorante in via San Nicolò 5».

La storia, a giudizio di Durissini, non può essere manipolata a proprio uso e consumo. «Stefano Patriarca, che è un mio amico, non deve confondere le cose - spiega Durissini -. Nessuno ha mai avallato il progetto del ristorante tipico triestino. In questo caso non sarebbe stato affidato per tre anni dallo Ial e poi per altri tre dal duo Bettini-Razzetti. Nel 2004 ci fu la nostra protesta. Acepe e Fipe hanno fatto allora fronte comune contro il progetto camerale. Ed è vero che, dopo un’assemblea presso l’Unione dei commercianti, iniziò una trattativa che giunse all’accordo che il locale avrebbe accolto una specie di scuola, dove sarebbero stati presentati anche i prodotti locali di alta qualità, accordo raggiunto con la collaborazione di tutti ed anche con quella del sottoscritto». Nessuna collaborazione in altro senso. «Patriarca parla dell’Istituto nazionale per le ricerche turistiche. Non esiste una roba del genere. Si fanno ricerche storiche, magari stellari. Ma turistiche?». taglia corto Durissini.

Nessuna collaborazione, insomma. Tantomeno ora che il progetto è tornato in campo. «Anche peggiorato - insiste il direttore dell’Acepe - poiché mentre allora si diceva di voler attivare un ristorante per gli ospiti della Cciaa, ora si afferma, papale papale, che si vuole aprire un esercizio aperto a tutti, quindi in chiara concorrenza con quelli esistenti in centro città». Nessun collaborazione. Tantomeno nella redazione dell’ultimo bando che ha visto 4 manifestazioni di interesse. «Possono anche dire di averlo comunicato in anticipo - sottolinea Durissini -. In realtà il bando è apparso sul web camerale all’insaputa di tutti. Chi va cercare sul web della Camera di commercio?». Nessun accordo, insomma. «L’accordo c’era - dice il direttore dell’Acepe -. Quello di non aprire il ristorante». Chiaro. «I patti, anche se non scritti, devono essere rispettati e le promesse mantenute». L’Acepe, come ultimo atto della sua direzione (le dimissioni sono previste per il 29 marzo), sta raccogliendo le firme dei ristoratori. «Saranno molte», assicura Durissini. E manda un messaggio al signor Paoletti: «Sono suo amico. Ci mettiamo d’accordo quando vuole, sempre che lui rinunci ad aprire un ristorante in quel posto. Altrimenti non saremmo più tanto amici...».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo