Fabris dopo 27 anni lascia Palazzo Torriani

GRADISCA. Una certezza già sembra esserci, nell'incerta partita per il dopo-Tommasini. Ed è che questa volta Gianni Fabris, storico sindaco degli anni Novanta e da 27 anni ininterrottamente presente...
Bumbaca Gorizia Gianni Fabris, sindaco di Gradisca
Bumbaca Gorizia Gianni Fabris, sindaco di Gradisca

GRADISCA. Una certezza già sembra esserci, nell'incerta partita per il dopo-Tommasini. Ed è che questa volta Gianni Fabris, storico sindaco degli anni Novanta e da 27 anni ininterrottamente presente in consiglio comunale, non sarà in lizza nella consultazione elettorale. A ufficializzarlo è stato lo stesso Fabris,attuale capogruppo di maggioranza del Pd. «No, questa volta molto probabilmente non sarò della partita – confida -. Nonostante la mia disponibilità di massima sono state fatte altre scelte e ne ho preso atto. Il mio impegno politico si conclude a fine maggio e sino ad allora lo porterò avanti con coerenza. Poi si vedrà. Farò il nonno, ma la passione per la politica el'amore per Gradisca rimangono molto profondi». Fabris è stato sindaco dal 1993 (quando subentrò al dimissionario Ferruccio Colombi) al 2004, vincendo per due volte le elezioni con la sua lista civica centrista e moderata, affermandosi nel '95 su Maria Masau Dan e su Egone Tomasinsig nel 1999. Prima e dopo l'esperienza di primo cittadino è stato consigliere comunale per un totale di 27 anni trascorsi a palazzo Torriani. «Sono stati anni stupendi, credo di avere dato il mio contributo a questa cittadina. Vorrei ringraziare tutti gli amministratori e tutto l'apparato con cui ho lavorato in questi anni, dai direttori e segretari che si sono succeduti, a tutti gli impiegati. Mandare avanti la macchina comunale non è affatto semplice come potrebbe sembrare dall'esterno. Ma soprattutto – conclude - non posso che ringraziare i tantissimi gradiscani che tuttora mi stanno fermando per la strada manifestandomi fiducia e rimanendo sorpresi o dispiaciuti – spiega con un visibile velo d'amarezza - quando dico loro che non ci sarò. Ma è così che è molto probabilmente andrà». (l.m.)

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