“Faidutti” centro per l’accoglienza «Siamo pieni, 100 vanno trasferiti»

Lo dice il viceprefetto Gulletta, il quale ogni giorno è a caccia di letti per non lasciare nessun rifugiato all’addiaccio. «Non ci sono altre strutture ma per fortuna c’è la Caritas»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 22.01.2013 Protesta Zotti - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 22.01.2013 Protesta Zotti - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Ce ne sono cinquanta. Alla fine, il dormitorio Faidutti in Piazzutta è diventato, per forza di cose, il terzo centro di accoglienza per richiedenti-asilo dopo il Nazareno e il villaggio ex Medici senza frontiere di San Rocco.

Una decisione pressoché obbligata visto che non si esauriscono i flussi di immigrati che giungono dal Nord Europa in città. La Prefettura ha siglato una sorta di “accordo” con la Caritas diocesana: obiettivo dichiarato far sì che nessun profugo dorma all’addiaccio e abbia una sistemazione, possibilmente dignitosa, per la notte.

L’opera di Caritas

e volontari

«E per fortuna che c’è la Caritas perché, altrimenti, la situazione rischierebbe di finire fuori controllo», sottolinea il viceprefetto vicario Antonino Gulletta che ieri mattina ha fatto il punto della situazione assieme ai suoi uffici. «I flussi non si sono mai interrotti. La notte scorsa - continua - sono arrivati quindici richiedenti asilo in una botta sola. In questo momento, la priorità è di evitare che dormano all’aperto: le temperature sono molto rigide e la Caritas si sta dando da fare per evitare che questo accada, trovando soluzioni».

Sullo sfondo, l’assenza di nuove strutture. «Non ce ne sono - sentenzia Gulletta - perché nessuno ce le dà. Viviamo alla giornata, cercando di gestire l’emergenza. Purtroppo, dal ministero degli Interni non abbiamo notizie: è facile immaginare che, in questo momento, prioritari siano i contraccolpi dell’esito del referendum. Abbiamo insistito e stiamo insistendo nel chiedere che vengano effettuati dei trasferimenti. Abbiamo bisogno che 50, 100 persone vengano portate in altre città d’Italia. Altrimenti, gli unici “alleggerimenti” vengono garantiti dal sistema Sprar ma è poco. Troppo poco», aggiunge Gulletta.

Strutture d’accoglienza

traboccanti

Le strutture di accoglienza goriziane continuano a traboccare. E per l’ennesima volta fondamentale è il lavoro della Caritas diocesana e dei volontari che stanno lavorando per garantire una sistemazione (possibilmente dignitosa) a tutte queste persone in difficoltà.

Una novantina di richiedenti-asilo sono oggi ospitati al San Giuseppe, nel centro ex Msf (Medici senza frontiere) gestito da “Il Mosaico”. Poi ci sono 150 persone che trovano accoglienza al Nazareno mentre il Cara è “schizzato” ad oltre 470 presenze. Il quadro è completato dai progetti di ospitalità, sempre quelli peraltro, di San Canzian d'Isonzo (15 migranti), Cormòns (altri 15 profughi), San Pier d’Isonzo (5), Romans d’Isonzo (16) e Gabria (18).

A questi vanno aggiunti i 12 immigrati che troveranno collocazione a Turriaco. Nel computo sono compresi anche cinquanta immigrati che vengono ospitati a Gorizia. Il Faidutti, dicevamo, funge un po’ da «area di sosta» per i migranti che, sbrigate le varie incombenze a livello di polizia e controlli medici, dopo l’arrivo in città sono in attesa di trovare ospitalità nel campo di San Rocco, ormai “tutto esaurito”.

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