Falanga: «Mi dimetto dalla Federcalcio grave errore la rissa»

Un consigliere regionale della Federcalcio in meno ma un uomo leale in più. Manna di questi tempi, soprattutto perché la persona in questione è un politico: il presidente del Consiglio provinciale Gennaro Falanga.
Ieri si è dimesso dal direttivo regionale della Figc dove sedeva dal 2008 in rappresentanza del calcio isontino. Dopo una notte di tormenti, Falanga ieri mattina ha telefonato al presidente Burelli e ha rassegnato le dimissioni.
Domenica sulla tribuna di Capriva, durante la partita di Prima categoria Isontina-Staranzano, Falanga, staranzaese, è stato protagonista di una zuffa non con un sostenitore della squadra avversaria ma con un compaesano. Quest’ultimo aveva offeso il figlio di Falanga, Fabiano, centrocampista dello Staranzano. «Quello che ho commesso domenica a Capriva è un gesto molto grave - ha chiosato Falanga - , intollerabile per un dirigente della Federcalcio regionale. Per questo ho deciso di dimettermi. Non posso come dirigente chiedere ai giocatori e alle società la correttezza ed essere io in evidente difetto. Lascio a malincuore, ma l’ho fatta troppo grossa». Burelli gli ha chiesto di rifletterci ancora un po’ su. Pure Franco Tommasini, sindaco di Gradisca e consigliere regionale onorario della Figc, l’ha invitato a soprassedere. Ma Falanga è stato irremovibile. Nel frattempo ha fatto pace con la persona con cui si è azzuffato e oggi si ritroveranno per un brindisi riparatore.
Gennaro Falanga, 57 anni, è un personaggio molto noto nell’Isontino. Ha giocato al calcio nei dilettanti con Fossalon e Romana dopo un’intensa attività nel settore giovanile dell’Ac Monfalcone. Iscritto al Pd (ex Psdi), è consigliere provinciale da due mandati e in questo presidente del Consiglio provinciale. Di mestiere fa il bancario. Per il Comune di Monfalcone su incarico del vicesindaco Omar Greco sta tenendo la regia dell’organizzazione del novantesimo del calcio monfalconese, che si terrà la serata del 31 maggio al Teatro Comunale. Falanga con il suo gesto è entrato nella ristrettissima famiglia italiana dei dimissionari. Un gesto semplice ma dal profondo significato. Il cognome tradisce l’origine napoletana di Genni, come lo chiamano gli amici. «Ma il mio carattere focoso l’ho ereditato dalla mamma, bisiaca doc», precisa Gennaro. Che è uno dei pochi immigrati campani bilingui, nel senso che sa parlare oltre il napoletano anche il nostro dialetto senza quasi tradire alcuna inflessione “oriunda”. «La politica è la mia priorità - tiene a ribadire - ed è anche per questo che mi sono dimesso. Noi politici dobbiamo o no dare l’esempio?». Ora, perché la storia abbia davvero un lieto fine, la palla passa al figlio Fabiano: vedesse un po’ di segnare un tripletta nella prossima partita così da mettere d’accordo i tifosi dello Staranzano.
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