Farmacie, più prenotazioni che soldi per il Cup

Sono finiti i soldi per le farmacie triestine remunerate per assicurare il servizio di prenotazioni sanitarie Cup, che era stato concordato sperimentalmente con la Regione e con l’Azienda sanitaria dopo un lungo braccio di ferro per chiudere la fase del servizio gratuito durato 10 anni. I 18 mesi di sperimentazione si concludono a febbraio, ma già a novembre era diventato evidente lo sforamento. A fine dicembre la cifra 2013 che dovrebbe spettare ai farmacisti risulta di fatto pari a 426.661 euro a fronte dei 390 mila a disposizione, con una differenza di 36.661. E paiono, al momento, scoperti questo e il prossimo mese. Quando l’accordo andrà a scadenza. Sarà rifinanziato oppure no? Ogni mese nelle farmacie triestine si prenota un numero enorme di esami, dai 12 mila ai 18 mila a seconda delle stagioni (2,20 euro di remunerazione l’una per i farmacisti) e se il servizio dovesse mancare i cittadini se ne accorgerebbero eccome.
Il presidente di Federfarma, Alessandro Fumaneri, che all’epoca arrivò a proclamare “lo sciopero del Cup” nell’ambito della durissima vertenza che stentava a trovare composizione, oggi è rasserenato dalla speranza: «Io credo - dice - che i soldi alla fine salteranno fuori, già se ne parla in Regione, noi speriamo che le promesse vengano mantenute, non si tratta di una cifra enorme». Nella convenzione però i farmacisti si erano impegnati a non chiedere aumenti, anche nel caso in cui il tetto fosse stato sforato, e a garantire le prenotazioni comunque, fino alla scadenza del contratto. Una certa tensione si è già manifestata con l’Azienda sanitaria e si può capire come molti farmacisti non siano propriamente di buon umore sulla faccenda.
Ma un altro caso sta opponendo farmacisti e Ass1. Si tratta dei “presidi medico-chirurgici” di cui hanno bisogno persone operate specialmente all’apparato digerente e urologico (sacche). Da qualche tempo tutti gli strumenti che servono per usare le sacche con efficacia vanno acquistate a parte, e l’Azienda sanitaria già in anni lontani aveva autorizzato i distretti a rimborsare le farmacie anche per questi (per favorire i pazienti). «Adesso, pur in vigore l’autorizzazione fino allo scorso dicembre - osserva il presidente dell’Ordine, Marcello Milani - la Vigilanza farmaceutica non intende riconoscere i rimborsi. I farmacisti sono invitati a rimborsare anche quanto già ricevuto negli anni: dal 2011 al 2013. Insomma - dice Milani - l’Ass1 con una mano autorizza e con l’altra non paga quanto ha autorizzato. Potremmo dover restituire fino a 600 euro per anno». È uscito sulla materia un nuovo regolamento e contatti per normare la cosa sono in corso. (g. z.)
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