Favarato: «Pagherò i debiti dell’Unione. Ora pensiamo solo al calcio»

TRIESTE «I 500mila euro? La fidejussione? Abbiamo fatto tutto, davvero tutto il possibile, e ora dobbiamo pensare solo al calcio. So che ci vogliono i soldi. E li metteremo. Non vogliamo polemiche. Vogliamo solo fare bella figura». Silvano Favarato, il nuovo sedicente proprietario della Triestina, risponde dall’auto. «Sto tornando a Treviso perché devo lavorare. Non è che i soldi piovano dal cielo. E quindi non ho tanto tempo...» spiega. Ma non si sottrae. Anzi: «Domani (mercoledì 16 dicembre, ndr) torno a Trieste e convoco un incontro. Poi ufficializzo lo staff».
Il nuovo “patron” si muove con irruenza. Quella messa in mostra lunedì quando, quasi all’improvviso, è entrato nello studio del giudice Riccardo Merluzzi durante l’udienza convocata per il fallimento della società e ha lasciato stupefatti i presenti, appoggiando sulla scrivania la fotocopia di una fidejussione da 500mila euro (che attualmente non risulta poi ancora effettivamente depositata). Annunciando «Compro io la Triestina». E firmando di suo pugno 45mila euro di assegni consegnati direttamente ai creditori presenti. Uno dopo l’altro. Un vero e plateale show.
«Non mi tiro indietro io. Non l’ho mai fatto. E non intendo farlo ora» ripete, adesso, Favarato. E insiste: «Questa è un’occasione importante. Per me e per la città. Trieste non è certo un paese come Quinto. È una piazza importante. E la Triestina è una squadra con un passato importante. Vogliamo fare bella figura».
I debiti? Nessun problema: «Li pagheremo tutti» assicura l’imprenditore. E le prime mosse calcistiche? «Ho molte idee e tanti programmi. Ma, per ora, posso solo dire che i giocatori sono tutti confermati. Mi riferisco, naturalmente, a quelli non in lista di svincolo».
Favarato vanta un passato burrascoso. Come uomo d’affari. E come uomo di sport. È stato il titolare della Eurocamion che è fallita qualche anno fa. È stato coinvolto in una vicenda giudiziaria di bancarotta ed è uscito dall’inchiesta con una sentenza per reato prescritto. È il presidente della squadra Union Quinto, un paese vicino a Treviso, durante un periodo a dir poco agitato tra beghe e scontri con il Comune sulla gestione dello stadio, annunci clamorosi sulle ambizioni della società, retrocessioni, penalizzazioni e una causa tutt’ora in corso per il mancato pagamento di un allenatore.
Proprio per questo motivo, solo un mese fa, è stato condannato a sei mesi di inibizione. «Ma non è stata colpa mia. È stato il mio predecessore a non pagare l’allenatore. Sono una vittima...» afferma, deciso, Favarato.
Ma l’imprenditore trevigiano avrà bisogno di aiuto? Ci sarà qualcun altro che parteciperà o potrebbe partecipare all’affaire Triestina? Favarato ci pensa un po’ e si limita a dire: «Dario Samer è stato il primo imprenditore che ho conosciuto a Trieste quando ho iniziato la mia attività. Ho collaborato con la sua azienda...». Altri nomi noti? «Pacorini e Parisi». Peccato che Enrico Samer, che dell'omonimo Gruppo è l'amministratore delegato, abbia pubblicamente ddichiarato lunedì sera di non aver mai né conosciuto né sentito nominare lo stesso Favarato.
L'aspirante “patron” della Triestina, incalzato sull’ingresso di soci turchi nell’operazione, conferma di collaborare a livello imprenditoriale con due società turche: «Mi occupo di commercio di veicoli industriali e collaboro con due aziende che si occupano di logistica e di trasporti». Ma non conferma d’aver chiesto soldi ai turchi per l’alabarda: «Dico solo che, se me lo chiedessero, risponderei che potrebbe trattarsi di un buon investimento».
Eppure, stando al tam tam, al suo fianco, nell’operazione Triestina, compaiono i nomi di Berk Eksioglj e Mehmet Efe Orgun che operano nel trasporto e logistica navale. Sono le figure di riferimento della Efe Project. E sono in affari con Favarato nell’ambito strettamente professionale nonché, da un anno e mezzo, anche nella squadra del Quinto. Eksioglj, già vicepresidente del club trevigiano, potrebbe ricoprire la medesima carica a Trieste: ha ereditato la passione per il calcio dallo zio, ex dirigente del Besiktas. (c.b.)
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