Federcaccia difende il maestro della Bassa che finì una tortorella

«Io sono (con) quel professore! Questo è un mondo fatto di uccelli». Il presidente regionale di Federcaccia, Paolo Viezzi non ci sta alla «gogna pubblica», come la definisce, a cui è stato sottoposto l’insegnante della Bassa friulana accusato di aver ucciso una tortorella davanti agli studenti. Lo scrive a chiare lettere nel proprio profilo facebook. Intanto, l’Oipa, l’organizzazione internazionale protezione animali, sezione di Udine, ha lanciato una petizione di firme all’istituto scolastico dove è avvenuto il caso, chiedendo «che venga fatta piena luce sull’accaduto e che si prendano provvedimenti esemplari nei confronti di chi si sia reso colpevole dell’uccisione di una creatura innocente». L’episodio risale a inizio settimana: un insegnante, invece di soccorrere una tortorella in difficoltà, l’ha uccisa schiacciandola con i piedi davanti agli studenti, che sono rimasti sconvolti. La scena svoltasi durante la ricreazione nel cortile della scuola e raccontata dai ragazzi. Federcaccia, tramite il suo presidente Viezzi, esprime solidarietà nei confronti dell’insegnante. «Alcune persone mettono in pubblico la loro sensibilità verso gli uccelli e senza alcun pudore si permettono di offendere irreparabilmente la dignità degli uomini». «Se vi saranno le condizioni gli daremo il supporto legale – continua Viezzi –. Pensiamo alle conseguenze personali, familiari e lavorative che avrà quell’uomo. E per che cosa – si interroga –? Per una tortora. Fortunatamente il codice civile cataloga gli uccelli ancora come cose e non come esseri umani. L’uccello era praticamente deceduto. Era ferito ormai e si voleva evitare una sofferenza. Non c’era alternativa. Non poteva essere curato». (d.v.)
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