«Felluga, pietra miliare dell’enologia»

CORMONS. «Livio è stato lungimirante: in un momento storico in cui tutti viravano verso l'artigianato, soprattutto nell'area del Triangolo della Sedia, lui ha avuto l'intuizione di restare fedele alla terra, che poi lo ha ripagato».
Claudio Fabbro, una delle voci più competenti nel mondo dell'enologia regionale e grande amico del decano dei vignaioli del territorio Livio Felluga, scomparso all'età di 102 anni la settimana prima di Natale, riassume con queste parole quello che l'imprenditore ha rappresentato per il Friuli e non solo. Una figura, quella di Felluga, che è stata una pietra miliare nell'ambito enologico locale anche per Fabbro.
«Ora starà a quella splendida famiglia che lui ha creato portare avanti il nome dell'azienda costruita dalla mente sopraffina di Livio - sottolinea -: stiamo parlando di uno dei più grandi imprenditori che questo territorio abbia mai conosciuto: da sempre legato al mondo del vino, sin da quando, nel lontano 1956, mosse i primi passi in questo settore. La sua grande capacità è stata quella di restare coerente alla sua professione».
«Quando, in un momento di grande boom economico soprattutto nel Triangolo della Sedia, tutti vedevano nell'artigianato il futuro, lui ebbe la forza e l'intuizione - aggiunge - di restare fedele al proprio operato e al proprio amore per l'agricoltura, convinto che la terra prima o poi lo avrebbe ripagato. E così è stato. È stato un grande lavoratore, un uomo molto schietto, onesto, e intellettualmente sempre molto lucido. La cartina geografica riprodotta sulle sue etichette è stata un'altra delle sue magistrali intuizioni che hanno permesso di esportare e far conoscere il nome del nostro territorio nel mondo. Io gli ho sempre detto: Livio, hai seminato per gli altri più di quanto tu abbia raccolto per te stesso».
Fabbro racconta anche un aneddoto personale: «Tanti ricordi mi legano a Felluga, uno su tutti il fatto che suo figlio Maurizio sia stato mio allievo a scuola: e ricordo come fosse oggi quando mi raccontò col suo solito savoir faire che nel giorno dell'esame di maturità il padre gli disse "Picio, se no te ga studià finora, sè inutile che te studi all'ultimo momento". Livio era così: diretto e dalla battuta fulminante». Si associa al cordoglio di tutto il mondo del vino per la scomparsa di Felluga anche il presidente del Consorzio Collio Robert Princic: «Purtroppo non ho avuto modo di averci a che fare direttamente in prima persona - sottolinea - ma conosco ovviamente molto bene la sua famiglia. Sicuramente stiamo parlando di un grande personaggio che ha contribuito in modo decisivo a rendere il Friuli un nome importante nel mondo. Ha inciso in modo forte nel nostro settore, lasciando una traccia indelebile: di Livio Felluga non si può che dire tutto il bene possibile, davvero».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo