«Ferriera, chi fa scappare Arvedi dovrà assumersi tutta la responsabilità»

Una richiesta affinché sia rifissato in tempi brevissimi l’incontro che doveva tenersi ieri e che è stato inaspettatamente rinviato. È stata fatta da parte dei quattro sindacati che hanno rappresentanze dirette: Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm e Failms, alla Siderurgica triestina, la società neocostituita del Gruppo Arvedi che ha chiesto alla Lucchini di prendere in affitto da ottobre il ramo d’azienda della Ferriera di Servola. La data dell’11 settembre per l’avvio della trattativa era stata indicata dalla stessa società. Di conseguenza la motivazione «per sopraggiunti impegni» con cui è stata cancellata solo una ventina di ore prima dell’appuntamento non ha convinto la controparte. La posizione estremamente rigida assunta immediatamente dalle rappresentanze sindacali («Né un uomo né un soldo in meno») e la protesta riaccesa da parte dei comitati dei cittadini e delle associazione ambientaliste contro la prosecuzione dell’attività siderurgica potrebbero aver in parte inciso, ma non tanto quanto la sollevazione di scudi politica messa in atto in particolare dal Movimento 5stelle contro il doppio ruolo giocato dall’ingnegner Francesco Rosato: fino al 30 giugno consulente per la riconversione per conto del Comune, dall’11 luglio amministratore unico di Siderurgica triestina srl., la società al 100% di Finarvedi che dovrebbe prima affittare e poi, entro sei mesi, acquistare la Ferriera. Il Gruppo Arvedi vorrebbe dunque prender tempo forse per rivedere la propria strategia in uno scontro che si preannuncia particolarmente duro, ma che al tempo stesso dovrà essere rapido.
«Per legge, bisogna chiudere l’accordo entro 25 giorni dalla comunicazione ai sindacati che è stata fatta il 5 settembre», ricorda Antonio Rodà, segretario provinciale Uilm. Ma Umberto Salvaneschi, segretario per Trieste e Gorizia di Fim-Cisl entra in quello che a suo dire è il cuore della questione. «Penso di poter escludere - afferma - che siano state le posizioni espresse da subito dal sindacato ad aver innescato questo dietrofront. Probabilmente non si va lontano dal vero mettendolo in connessione con le obiezioni politiche che sono state sollevate dopo l’arrivo della lettera della Siderurgica triestina (firmata da Rosato, ndr.). Non vorrei che questa bagarre innescasse un ripensamento da parte di Arvedi perché se così fosse chi lo provocherebbe dovrà poi assumersene tutte le conseguenze». Sul fronte sindacale aveva registrato avversità anche l’ipotesi, attraverso le anticipazione fatte da Rosato, di uno spacchettamento delle aziende che si insedierebbero a Servola: la Siderurgica triestina per la Ferriera, la Servola spa per la banchina e una terza società per le lavorazioni a freddo, ma ancor di più l’intenzione di procedere all’azzeramento degli integrativi economici aziendali per procedere alla loro rinegoziazione. Riguardo a ciò non ha trovato conferme la voce secondo cui la nuova società potrebbe passare direttamente alla riassunzione dei singoli dipendenti bypassando la trattativa con i sindacati.
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