Festa a Redipuglia snobbata Alfano: «Svecchiare i musei»

FOGLIANO REDIPUGLIA. Forse l’idea di uniformare gli orari di tutte le cerimonie che si svolgono ai Sacrari di Bari e Redipuglia al momento in cui, a Roma, il Presidente della Repubblica depone una corona d’alloro sull’Altare della Patria non è stata una mossa vincente. Pochissime persone, guardando anche alla condizioni meteo, ieri erano presenti, poco dopo le 8, alla cerimonia che, in occasione del 2 Giugno, è stata celebrata sul Sacrario che custodisce le spoglie degli oltre centomila soldati italiani caduti nel corso della Prima guerra mondiale. Si e no una cinquantina di persone, pochissimi giovani, nessuna scolaresca.
Un’immagine non certo felice di come, invece, dovrebbe essere interpretata questa festa. Che ci sia bisogno di modernità, di cambiar pagina e adeguarsi alle sfide che anche la storia deve intraprendere, lo ha detto anche il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano. Al suo arrivo a Redipuglia, assieme al generale Amedeo Sperotto, era atteso dalla presidente della giunta regionale, Debora Serracchiani, dal sindaco, Antonio Calligaris e dal prefetto di Gorizia, Isabella Alberti. «Quando chi mi conosce ha saputo che venivo a Redipuglia – ha affermato Alfano – non è mancato il ricordo di un parente che qui è sepolto. Mi hanno elencato nomi e cognomi, mi hanno indicato il gradone entro il quale ci sono le spoglie di nonni e bisnonni. Mi ha fatto capire che Redipuglia, per quello che rappresenta, è nella memoria di tutti».
Una memoria e un orgoglio che devono continuare. «Dobbiamo rivoluzionare l’accoglienza e il modo di presentare la storia – ha continuato –. Non possiamo non fare i conti con le nuove tecnologie che rappresentano il futuro anche dei siti museali». Evidente il pensiero a ciò che la Pro loco di Fogliano Redipuglia ha fatto con il museo multimediale della stazione ferroviaria. «Dobbiamo essere moderni nelle strutture d’accoglienza e in quelle espositive – sono state ancora le parole del sottosegretario – perchè è quello che i nostri giovani vogliono. E se vogliamo che i nostri giovani si avvicinino alla storia, è quello che dobbiamo fare, trovando tutte le risorse necessarie».
Alfano si è poi soffermato sulle tante caserme dismesse ancora presenti nel Friuli Venezia Giulia e sulla questione migranti. «Per la prima volta lo Stato, nei mesi scorsi – ha proseguito – si è presentato in Francia alla grande fiera immobiliare e ciò la dice lunga. In questa regione sono stati fatti tanti passi in avanti, modificando le destinazioni urbanistiche di queste aree, ma dobbiamo accelerare il percorso e avere tempi certi». Quanto al fenomeno migratorio, ha dichiarato che le nostre Forze Armate, Marina Militare in testa, stanno compiendo un miracolo, rispondendo a un ordine preciso. Ma l’accoglienza diffusa non può essere praticata. «Le tensioni e le prove che gli italiani hanno affrontato sul piano sociale, politico, economico e finanziario – ha concluso – sono sempre state superate nel quadro di una fisiologica dialettica democratica all’interno delle istituzioni». La cerimonia di Redipuglia è iniziata e si è conclusa nell’arco di un’ora, con lo schieramento dei reparti in armi, quello dei labari delle associazioni combattentistiche e d’arma e dei gonfaloni dei Comuni. Quindi l’accensione dei tripodi e la lettura, prima dell’intervento dell’onorevole Alfano, della lettura della concessione della medaglia d’oro al Milite Ignoto, affidata ancora una volta alla professoressa Paola Del Din Carnielli. Ma come è stato fatto per il 4 Novembre, anche la Festa della Repubblica ha bisogno di un’altra formula, di uscire da schemi rigidi e “ingessati”, in modo da coinvolgere la gente e i giovani. Altrimenti il futuro sarà quello di vedere gradoni desolatamente vuoti e asettici. Non è certo questo l’omaggio che si vuol rendere a chi, oltre cent’anni fa, ha immolato la propria giovane vita alla Patria.
@luca_perrino
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