Festa dei workers senza i 4 operai reintegrati

Oltre cinquemila, tra lavoratori e familiari della Fincantieri hanno partecipato ieri alla festa dedicata ai cosiddetti workers, le maestranze che hanno lavorato alla costruzione del nuovo gioiello della flotta Carnival, Majestic Princess. In anteprima rispetto alla consegna della nuova nave destinata al mercato cinese, che avverrà giovedì mattina, si è celebrata a Panzano la festa dedicata ai lavoratori che assieme alle famiglie hanno potuto salire a bordo, visitare la nave e fare un brindisi.
Una festa speciale in un momento molto particolare per il cantiere di Panzano che sta vivendo il braccio di ferro sui quattro lavoratori licenziati con l’accusa di essere stati sorpresi a dormire durante l’orario di lavoro e che, spalleggiati e supportati da tutti i sindacati interni, il Tribunale ha ordinato di reintegrare a Fincantieri giudicando la punizione eccessiva.
Fincantieri, come è emerso in questi giorni, li ha reintegrati ma soltanto per quanto riguarda lo stipendio comunicando di non volerli in servizio e dunque dentro al cantiere. Una misura che ha simili precedenti solo nel caso della Fiat. Sulla vicenda e sul braccio di ferro ieri è calato il silenzio totale, non ci sono state prese di posizione da parte del sindacato e nemmeno dal fronte politico. Un silenzio che comunque è pesato sulla festa dei lavoratori sulla nave durante la quale in molti sicuramente si sono interrogati e hanno scambiato opinioni sulla vicenda. Una questione delicata dai contorni tutti ancora da chiarire e che tra l’altro secondo i sindacati riguarderebbe dei lavoratori con un curriculum finora immacolato, senza alcun richiamo prima d’ora e che sarebbero rimasti incastrati in un episodio colmo di malintesi sul fronte delle pause.
Nonostante questo da quanto appare e dall’ultima decisione di lasciare a casa, anche se pagati, i lavoratori, Fincantieri non intende rivedere la sua posizione intransigente. Ieri non c’è stata alcuna presa di posizione o commento dell’azienda sulla decisione di tenere a casa i lavoratori licenziati e reintegrati dal giudice. Prosegue dunque la linea di fermezza che era stata ribadita in una nota ufficiale in cui si ribadiva che la decisione del giudice ha prodotto un triplo danno. «All’attività dell’azienda che, senza contare l’aspetto economico si trova a dover riassorbire dipendenti che hanno dimostrato scarsa serietà e professionalità; alla cultura del lavoro, facendo passare il messaggio che sul luogo di lavoro tutto può essere tollerato, persino dormire; in materia di sicurezza, poiché contravvenire ai più basilari precetti comporta un rischio per la propria incolumità e per quella degli altri. Tale approccio rischia di avallare ancora una volta comportamenti scorretti capaci di mettere a dura prova la possibilità di continuare a fare industria in questo Paese». Fincantieri ritiene il provvedimento «lesivo non solo nei propri confronti, ma anche nei confronti delle migliaia di persone perbene che ogni mattina varcano i cancelli dei propri cantieri per svolgere con impegno il proprio lavoro» e continuerà a fare «opposizione in tutte le sedi».
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