Feste e locali vietati ai minori Tanti fanno come l’Etnoblog

Il direttore del Macaki in viale XX settembre: «Il nostro è un target universitario o di adulti». E c’è chi sceglie così per evitare problemi legati alla vendita di alcol
20090730 - TORINO - HUM - ALCOL VIETATO AI MINORI DI ANNI 16. Ragazzi all'interno di un locale di piazza Vittorio a Torino, uno dei luoghi di ritrovo dei giovani oggi 30 Luglio 2009. ANSA / TONINO DI MARCO / i51
20090730 - TORINO - HUM - ALCOL VIETATO AI MINORI DI ANNI 16. Ragazzi all'interno di un locale di piazza Vittorio a Torino, uno dei luoghi di ritrovo dei giovani oggi 30 Luglio 2009. ANSA / TONINO DI MARCO / i51

Feste e serate off limits per i minorenni a Trieste. Dopo il caso dell’Etnoblog, che ha vietato l’ingresso agli under 18, tranne in eventi che saranno studiati ad hoc per loro, si scopre che altre realtà cittadine hanno già da tempo vietato l’ingresso ai giovanissimi. Motivo? Principalmente legato a questioni di ordine pubblico e di somministrazione di alcolici, per evitare insomma possibili problemi con la legge. «Non facciamo entrare i minori perché non si possono vendere alcolici e sarebbe impossibile “marchiarli” per farli riconoscere dai baristi - spiegano gli organizzatori delle feste Universitrip -. Comunque per noi il target è principalmente universitario o adulti che vengono ad ascoltare musica live. L’unica eccezione viene fatta se entrano accompagnati dai genitori».

Stessa considerazione da parte della storica discoteca in viale XX settembre. «Il Macaki da sempre non fa entrare i minorenni - spiega il direttore Stefano Rebek -, è un locale indirizzato a un pubblico universitario o comunque adulto». «Il nostro riferimento sono i ragazzi dai 18 anni in su - racconta Luca Severi, del marchio Festazza -. Le nostre serate vanno dalle feste di maturità per poi salire con l’età, di solito fino ai primi anni dell’università. Questo anche per il tipo di attività che organizziamo, soprattutto perché sono finalizzate alla promozione dei viaggi tra i giovani, per conto di un tour operator. Quindi non ci interessa lavorare con gente più piccola». Anche altri promotori di party in città spiegano che ormai da tempo è prassi non far entrare minorenni. «Tra tanti ragazzini tranquilli ed educati - commentano - capita chi vuole esagerare, facendosi comprare cocktail da amici maggiorenni o chi arriva con bottiglie nascoste. Un rischio che non possiamo correre».

C’è chi vieta l’ingresso poi agli under 16. «Organizziamo feste sotto il nome di Love Disco, principalmente rivolte a giovani tra i 16 e i 20 anni - spiega Lorenzo Gullo - e continueremo con questo target. Nel nostro caso nessuno sotto i sedici anni può entrare, come già fatto nell’ultimo evento in ordine di tempo promosso al Paradiso. È una questione di tutela anche nei nostri confronti. Inoltre effettuiamo un timbro sulla mano dei minori, a loro non verranno serviti alcolici. È già capitato che ragazzini si presentassero ubriachi alla porta o con bottiglie in mano, comprate chissà dove. Questo è un fenomeno a cui assistiamo da tempo e che sta peggiorando».

Gli under 18 sarebbero quindi un pubblico non appetibile. Ma i ragazzi cosa pensano? Sperano che il target più interessante non sia soltanto quello universitario e che si studino intrattenimenti anche per gli studenti in età da scuola superiore. «Esperimenti simili in passato funzionavano, sia in città sia a Monfalcone, quando di domenica pomeriggio centinaia di giovani prendevano il treno per andare a ballare all’Hippodrome - ricorda qualcuno -. In un mare di offerte serali forse va studiata con attenzione una proposta pomeridiana, che probabilmente farebbe contenti anche molti genitori».

Micol Brusaferro

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