Fico ai genitori di Giulio: "Ora dall'Egitto vogliamo fatti" - Video e foto
ROMA «Le parole ora sono finite. E i fatti sono a zero, ma spero che ora dal Cairo arrivino mosse concrete, che finora non ci sono state: da tre anni non si è mosso nulla, e anche nell'ultimo anno registro uno stallo». Lo denuncia il presidente della Camera, Roberto Fico, al termine del suo incontro con i genitori di Giulio Regeni, Paola Deffendi e Claudio Regeni, accompagnati a Montecitorio dalla legale Alessandra Ballerini e da Ahmed Abdallah, consulente della famiglia.
«Giulio Regeni è stato rapito, torturato e massacrato da un sistema. Ora l'Egitto deve dire come intende fare giustizia, cosa che sinora non è accaduto. Per questa ragione - aggiunge Fico - non ci sono le condizioni per ristabilire rapporti tra il Cairo e la Camera dei deputati».
«Sul caso Regeni abbiamo una dimensione istituzionale di grande compattezza», sottolinea il presidente della Camera, negando dissapori con il governo. «Il ministro Moavero ha richiamato l'ambasciatore egiziano alla Farnesina, Luigi Di Maio ha detto che la condotta del governo egiziano ha ripercussioni sul settore energetico e sull'Eni. E anche Salvini - afferma Fico - ha detto che come padre non può accettare cosa è capitato a Giulio Regeni».
Il presidente ha quindi ribadito il suo appello all'Europa a premere sul Cairo per avere giustizia: «Giulio Regeni non era solo un ricercatore italiano, ma anche un cittadino europeo. Tutta l'Europa si dovrebbe impegnare, perché quello che è accaduto a lui sarebbe potuto accadere a uno studioso di un altro Paese. Nessuno Stato europeo può girarsi dall'altro lato».
Esplosive le dichiarazioni dell'avvocato della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, nel corso di una conferenza stampa nella sede della Fnsi. Secondo la legale, la lista potrebbe allungarsi fino a 40 persone.
«Dalle nostre indagini, i nostri brandelli di verità, sono almeno 20 i nomi delle persone coinvolte nel sequestro e uccisione di Giulio Regeni, per lo più generali e colonnelli della National Security egiziana». I 5 iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Roma «sono i nomi più solidi», ha detto Ballarini. La lista fatta dall'avvocato è lunga. Dal «venditore ambulante Abdal che in realtà era il capo del sindacato degli ambulanti ma anche un informatore e ha tradito Giulio mettendogli addosso una cimice», a chi ha «organizzato un depistaggio» tirando in ballo una banda di criminali comuni, al «medico legale che ha mentito dicendo che Giulio è morto per un ematoma ed è stato torturato nel corso di una sola giornata mentre le torture sono durate 8-9 giorni».
«Non sappiamo se tra questi nomi ci siano gli esecutori materiali dell'omicidio» ha detto l'avvocato, che ha sottolineato come dopo le ultime novità «siamo moderatamente ottimisti, c'è stata - ha detto - una accelerazione delle indagini».
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