Figc, Burelli: colpa anche dei politici se Trieste perde la sede
Dopo il previsto trasferimento della sede della Federcalcio da Trieste a Palmanova Renzo Burelli, presidente regionale della Federcalcio, si sfoga "È dal 1973 che chiediamo uffici decorosi, manca persino la sala riunioni. Le soluzioni proposte sono inadeguate"

UDINE
Giorni e giorni di silenzio. Poi, alla fine, Renzo Burelli, accetta di parlare, di spiegare. E così alla fine il presidente regionale della Federcalcio si sfoga e si interroga. Quel previsto trasferimento della sede della Federcalcio da Trieste a Palmanova ha scatenato, e non poteva essere diversamente, un bel vespaio di polemiche.
«Anche se, con tutti i problemi che ha la nostra regione, sembra che invece adesso la questione delle questioni sia la sede della Federcalcio. Beh, francamente mi pare un po’ eccessivo» sbotta Burelli, che si presenta all’appuntamento con il cronista accompagnato dal suo vicepresidente vicario Gianni Toffoletto e dal consigliere Ermes Canciani.
Beh, però, presidente, non poteva certo pensare che una decisione di questo tipo passasse sotto silenzio. Inannzitutto, però, è necessario fare un po’ di cronistoria…
È dal 1973 che la Federcalcio regionale è alla ricerca di una sede adeguata a Trieste. Allora era stato ipotizzato un trasferimento a San Sergio, c’erano i soldi e c’era il progetto per l’utilizzo di terreni comunali. Non se ne fece nulla per l’immobilismo del Comune.
Oggi a Trieste siamo divisi tra via Milano, via 30 Ottobre dove ci sono gli arbitri e via Carducci dove c’è il settore giovanile. Il tutto senza nemmeno una sala dove fare le nostre riunioni. Impossibile andare avanti con una gestione di questo tipo. Ipotesi negli anni ce ne sono state molte, ma mai davvero percorribili: personalmente ho visto almeno 28 possibili sedi, ma con metrature non interessanti o a prezzi impossibili, fino a 92mila euro di affitto all’anno, quando attualmente ne spendiamo 40mila. E soprattutto i politici, quegli stessi politici che oggi gridano allo scippo, non si sono mai mossi, anzi. Nel 2005 ho incontrato l’assessore comunale Paris Lippi illustrandogli il problema, e lui mi ha assicurato che avrebbe contribuito a risolverlo: non l’ho più sentito.
Nel 2009, quando venne la nazionale under 21 a Trieste, ho nuovamente incontrato Paris Lippi e gli ho rinnovato la richiesta. Mi ha confermato il suo interessamento ma anche questa volta non l’ho più sentito.
Perché adesso la vostra attenzione si è concentrata proprio su Palmanova?
Io inizialmente avevo pensato a Sistiana. Comunque vicina a Trieste e allo stesso tempo vicina all’uscita dell’autostrada del Lisert. Ho visto anche una palazzina a Duino, ma non andava bene. Poi si sono aperte altre ipotesi, Gradisca, Cervignano. Infine, Palmanova. Abbiamo saputo che la Curia ha messo in vendita questo stabile in piazza, 1400 metri quadrati a disposizione, una sala conferenze da 180 posti che permetterebbe di tenere lì tutte le riunioni ad esempio degli allenatori, o degli arbitri.
Il prezzo poi è interessante, un milione e mezzo: lo stabile verrebbe acquistato dall’Immobiliare della Lega dilettanti e senza l’accensione di alcun mutuo, ma, come si dice, cash. Al comitato regionale verrebbe poi dato in affitto a 40mila euro l’anno, praticamente quanto spendiamo oggi a Trieste. E lo stabile è perfetto, non necessita di alcun intervento. Tutto qua. Anzi, siccome comunque verrebbe chiusa la sede di Cervignano, che ci costa 30mila euro l’anno, ci sarebbe anche un risparmio. Palmanova poi è sufficientemente baricentrica per tutta la regione. Pensavo andasse bene a tutte le 340 società della nostra regione.
Negli ultimi mesi, però, molte sono le sedi che vi sono state offerte a Trieste anche gratis: perché non le avete prese in considerazione?
Per un motivo molto semplice: non rispondono alle nostre esigenze, vuoi per i lavori che comunque sarebbe necessario fare all’interno (come alla ex sede della Motorizzazione) vuoi per la tipologia degli spazi (le altre ipotesi prospettate, compresa quella offerta dal Coni allo stadio).
Lei sa però che l’ipotesi Palmanova non è al momento percorribile: lo impedisce lo statuto che fissa la sede degli uffici della Federcalcio regionale nel capoluogo regionale.
In realtà su questo punto la riflessione è avviata da tempo a livello nazionale.
E non certo perché sia stata sollevata dal Friuli Venezia Giulia, una regione troppo piccola per poter avere così tanta importanza. No, ci sono altre due regioni, molto grandi e importanti, una del Nord e l’altra del Sud (Burelli non lo dice, ma sarebbero Piemonte e Sicilia, ndr) che hanno tale esigenza e vorrebbero quindi che quel punto dello statuto venisse cambiato.
Non c’è stata soltanto una forte mobilitazione del mondo politico, ma anche le società triestine si sono rivoltate contro tale decisione.
Alcune settimane fa, in preparazione dell’assemblea regionale in cui è stato votato l’indirizzo del possibile trasferimento della sede a Palmanova, ho convocato riunioni in ogni provincia. A Trieste pensavo di trovare la sala piena di società agguerrite. Ebbene, su 28 società se ne sono presentate tredici. E allora forse l’argomento non è così fortemente sentito… Attenzione però: una piccola rivoluzione è in arrivo anche per quel che riguarda la composizione dei comitati provinciali.
Si spieghi…
Già da anni la Federazione vuole giungere alla chiusura delle delegazioni più piccole, si pensi che sono state cancellate realtà come Busto Arsizio o San Benedetto del Tronto. Per noi quindi erano a rischio Cervignano e Tolmezzo.
Se Tolmezzo si salva grazie all’organizzazione del campionato carnico, Cervignano è destinato alla chiusura. Noi però abbiamo anche due delegazioni provinciali, Trieste (28 società) e Gorizia (poco più di 30) che non riescono a garantire con i loro piccoli numeri ciò che la Federazione chiede ai comitati provinciali, ovvero l’organizzazione di un campionato di Terza categoria e di un campionato Juniores provinciali. Stiamo quindi pensando di affiliare le società del Cervignanese in parte a Trieste e in parte a Gorizia in modo da rendere più ricchi questi due comitati e permettere loro di riequilibrare la situazione.
Torniamo all’argomento sede. Ci sono anche sei dipendenti, sei dipendenti che da un giorno all’altro si ritroverebbero trasferiti da Trieste a Palmanova, a poco più di 50 chilometri di distanza. Non pensa anche a loro?
È vero, ma è vero anche che in una città come Roma più di qualche impiegato della Federazione ci mette più di un’ora per raggiungere l’ufficio… Al di là di questo, e sottolineando che reputo i nostri dipendenti molto validi professionalmente e anche sempre disponibili, innanzitutto in futuro ogni delegazione provinciale avrà un proprio dipendente: ecco quindi che si apre un posto a Trieste e uno a Gorizia. Quanto agli altri credo che non ci saranno problemi ad andare incontro al loro disagio.
La sede regionale della Federcalcio sarà dunque a Palmanova?
Non lo so, ci sono tanti passi ancora da fare. E sinceramente sarà più un problema della Immobiliare della Federazione, che deve fare l’affare, che non mio. E l’Immobiliare della Federazione ha cercato a lungo anche una soluzione a Trieste senza trovarla. Ripeto: il problema del Comitato regionale è quello di trovare una sede adeguata alle proprie esigenze, alle esigenze delle proprie società. Nient’altro.
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