«Fincantieri affronti l’etica degli appalti»

La questione dell’indotto al centro dell’incontro “Lavorare manca” con il giornalista Gabriele Polo
Bonaventura Monfalcone-17.05.2014 Presentazione del libro di Gabriele Polo-Europalace-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-17.05.2014 Presentazione del libro di Gabriele Polo-Europalace-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

«Fincantieri non si pone il problema di un’etica pubblica all’interno dei suoi cantieri e si dichiara non responsabile di quello che succede nel mondo degli appalti». L’accusa arriva diretta da Gabriele Polo. Il giornalista sancanzianese già direttore del Manifesto e autore per Einaudi con la moglie Giovanna Boursier del libro “Lavorare manca-La crisi vista dal basso” è stato protagonista ieri pomeriggio dell’omonimo incontro organizzato da Apertamente all’Europalace Hotel. Se il lavoro è stato il tema portante dell’appuntamento moderato da Giovanni Tomasin al quale hanno partecipato anche il segretario generale Cgil-Fvg Franco Belci e il presidente di Brovedani Group Benito Zollia, Fincantieri è stata senza dubbio la coprotagonista della storia. La questione etica ha fatto da filo rosso a tutta la conferenza.

Nel loro libro, Polo e Boursier raccontano le storie di alcune grandi fabbriche italiane (Innocenti, Fiat, Carbosulcis, Fincantieri, Omsa, Videocolor...) dal punto di vista dei lavoratori. Considerato il contesto monfalconese, Polo si è soffermato soprattutto sulla realtà locale. «In Fincantieri - ha detto - il lavoro c’è, ma il modello industriale è molto pesante e difficile da gestire». Il riferimentoè stato, manco a dirlo, il mondo dell’indotto. «Dopo la crisi degli anni Ottanta si è instaurato un modello produttivo che ha cambiato la fabbrica e la città. Il cantiere è diventato un luogo d’assemblaggio. Il personale fa meno di un quarto del lavoro. Il resto è affidato al mondo degli appalti e dei subappalti. Trent’anni fa sapevamo quante persone lavoravano in Fincantieri, oggi conosciamo solo il numero dei dipendenti e questo ha cambiato anche il tessuto sociale della città dove è arrivata manodopera a basso costo».

Polo non ha mancato di riferirsi alla stretta attualità e ha criticato i discorsi della cerimonia di consegna della Regal Princess: «Non alludevano minimamente ai problemi che ci sono dietro al cantiere. Non si può fingere che tutto vada bene». Nel sottolineare che il settore delle navi da crociera è una nicchia molto ricca, ma che è anche molto piccola e quindi pericolosa da un punto di vista imprenditoriale, Polo ha buttato benzina sul fuoco: «La visione di Fincantieri è quella di gettare i costi sugli appalti».

Nel parlare di una “grande zona d’ombra”, Belci ha notato che «il tema cantiere, appalti e territorio è complicato»: «Non è possibile che Fincantieri dica che la questione etica degli appalti non sia un suo problema. La questione però deve diventare una priorità per tutti, anche per la Regione».(s.b.)

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