Fincantieri cede all’Ater 32 alloggi Spaini

Un’operazione a prezzi popolari costata 130mila euro. Dopo il recupero gli immobili saranno assegnati assieme ai 50 di risulta
Di Tiziana Carpinelli

Nuovi elenchi, vecchie speranze: strappare una casa popolare. Magari non «uno su mille ce la fa», come cantava trent’anni or sono Gianni Morandi, ma anche stavolta sarà ressa per accaparrarsi un tetto. Dopo cinque anni, infatti, si riaprono le graduatorie Ater. E comunque quelle del 2011, al 31 maggio scorso, consegnavano ancora ben 215 domande in lista di attesa. Giusto per misurare la “fame” dei senza casa a Monfalcone. Entro il mese, dunque, un nuovo bando per l’assegnazione di alloggi popolari sarà pubblicato dall’Agenzia territoriale per l’edilizia residenziale della Provincia di Gorizia. Tuttavia non ci saranno case costruite ex novo da distribuire. Gli unici alloggi a essere disponibili per il 2017, una cinquantina all’anno, saranno quelli di risulta, ovvero gli appartamenti liberati da precedenti assegnatari, perché deceduti o per altre motivazioni.

Capita anche questo in un Comune ad alta tensione abitativa come Monfalcone. Non significa che chi riuscirà a scalare la vetta dell’elenco, la cui pubblicazione è attesa per l’anno nuovo (l’ente ha infatti stabilito, per una serie di ragioni, di prorogare il tempo di consegna dei moduli almeno fino al termine di settembre), non avrà buone chance. È notizia dell’altro giorno, infatti, che martedì la neodirettrice generale dell’Ater isontina, Alessandra Gargiulo, ha firmato con Fincantieri l’acquisizione di un intero stabile, da 32 alloggi, in via Valentinis, ceduto per 130mila euro. Una media di 4.062 euro e 50 centesimi ad appartamento. Si tratta delle case Spaini. Così, tra alcuni di questi appartamenti e altri freschi di manutenzione, un’ulteriore ventina di immobili sarà sulla piazza, facendo salire a settanta, per il prossimo anno, il tetto di alloggi assegnabili.

Una boccata d’ossigeno, dunque, per quanti non possono accedere al mercato privato, perché afflitti da precariato, disabilità o altre difficoltà. «È nostra intenzione - spiega la direttrice dell’Ater Gargiulo - uscire con l’avviso di bando entro luglio, lasciando un congruo tempo alle persone per presentare la loro domanda». Ciò in considerazione anche delle problematiche che investono i Caaf per la compilazione degli indicatori Isee (i moduli saranno sul modello Gorizia). «Per questo lasceremo il bando aperto almeno fino a settembre e forse addirittura metà ottobre - prosegue -, anche in considerazione del periodo di ferie estive. Avremo bisogno, per la raccolta di tutta la documentazione, che gli uffici siano a pieno regime, con tutto l’organico operativo». «Tra i richiedenti - precisa - cominciano a esserci anche molti stranieri, che possono manifestare difficoltà nell’acquisizione di dati e stesura dei fogli».

Quanto alla disponibilità residenziale, «questo bando nasce senza alloggi nuovi, perché su Monfalcone non vi sono previsioni di interventi che offrano case ex novo», tuttavia «ve ne sono di risulta, almeno una cinquantina l’anno: è la media per la città dei cantieri, quando in tutta la Provincia il numero sale a 150». Tali immobili vengono immediatamente reimessi nel circuito. «Oltre ai cinquanta, avremo anche una ventina di alloggi nuovi in via Spaini, frutto del recente accordo con Fincantieri», chiarisce Gargiulo. L’acquisizione è avvenuta a prezzo assolutamente “popolare”, potremmo dire. Per i 32 alloggi complessivi, l’azienda si è vista corrispondere una somma di 130mila euro. «Per quel quartiere - afferma la direttrice fresca di nomina regionale - l’impegno è quello di non lasciare libero neanche un appartamento, data appunto l’indisponibilità di alloggi ex novo».

Relativamente invece a Panzano, «c’è stato un accordo per un Piano di vendita in modo da razionalizzare l’assetto, che ha dato anche buoni esiti». «Ora partiremo invece con la prima tranche di manutazioni - annuncia - c’è una scaletta fissata, che prenderà avvio con via dei Castellieri. L’obbligo che abbiamo è di riattarne almeno cinque all’anno, ma pensiamo di fare di più. Nel 2015 sono stati sette, idem quest’anno e almeno altri cinque nel 2017. Per le zone di via Valentinis 88 e Casa Mazzoli, invece, stiamo riflettendo sul mettere in campo soluzioni alternative dall’autorecupero al social housing».

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