Fincantieri, in arrivo due nuove navi per Viking Cruises

Altra commessa per il gruppo di Bono. Salgono a sette i pattugliatori ordinati dalla Marina militare
L’ad di Fincantieri Giuseppe Bono
L’ad di Fincantieri Giuseppe Bono

TRIESTE. Fincantieri prova a riconquistare la fiducia del mercato con l'annuncio di due importanti accordi a livello nazionale. Il primo riguarda la costruzione di due nuove navi da crociera per Viking Cruises della stazza lorda di circa 47.800 tonnellate l'una.

Le imbarcazioni saranno gemelle delle navi già ordinate ed entreranno a far parte della flotta a metà 2018 la prima e a fine 2020 la seconda. I tempi lunghi richiesti e la necessità di definire le condizioni tecniche-finanziarie dell'accordo hanno spinto la società a non comunicare il dato sull'ammontare della commessa. Dal 1990 ad oggi Fincantieri ha costruito 70 navi da crociera e altre 14 unità sono in costruzione o di prossima realizzazione negli stabilimenti del gruppo.

Sempre ieri è stato comunicato che salgono a sette i pattugliatori poliventi d'altura ordinati dall'Occar (Organisation Conjointe de Cooperation sur l'Armement, l'organizzazione internazionale di cooperazione per gli armamenti), nell'ambito del piano di rinnovamento della flotta della Marina militare.

I pattugliatori sono prodotti dal Raggruppamento temporaneo d'impresa costituito tra Fincantieri (mandataria) e Finmeccanica (mandante delle commesse). Il nuovo ordine segue quello di sei unità, assegnate a maggio e precede quello di ulteriori tre unità ancora in opzione. La consegna del primo pattugliatore è prevista nel 2021; quindi quelle successive sono previste nel 2022, 2023, 2024 (con due unità), nel 2025 e nel 2026.

Oltre a questi pattugliatori, è prevista la costruzione - già contrattualizzata nei mesi scorsi - di un'unità di supporto logistico e di un'unità anfibia multiruolo, quest'ultima attraverso la forma di un contratto pubblico con l'amministrazione della Difesa italiana. Il valore complessivo dei contratti assegnati al raggruppamento temporaneo d'impresa raggiunge così un valore pari a circa 5,4 miliardi di euro, di cui 3,6 miliardi in capo a Fincantieri.

Gli analisti di Equita Sim hanno pubblicato una nota in merito, nella quale esprimono apprezzamento per la notizia dei nuovi, ma sottolineano come i "numeri del terzo trimestre dimostrino che i problemi di Fincantieri non risiedono nel backlog/fatturato, ma nella capacità" di raggiungere risultati "sui margini".

Un aspetto che costituirà una sfida importante per il management di Fincantieri, chiamato a tenerne conto nelle prossime settimane, che saranno decisive per la definizione del nuovo piano industriale. La sensazione diffusa tra gli operatori del mercato è che il gruppo triestino non abbia perso solidità di fondo, ma è pressante la richiesta di chiarire al più presto la direzione di sviluppo per non perdere terreno sul fronte della competitività.

 

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