Finisce a Farra d’Isonzo la dinastia dei Fabbro Idea “grosse koalition”

Lui la butta sul fair play: «La “linea dinastica” dei Fabbro in politica si esaurisce? Non è proprio così. Ho un figlio di 9 anni. Ma in effetti gli auguro una vita totalmente diversa da quella del papà e del nonno». “Lui” è il sindaco uscente di Farra d’Isonzo, Alessandro Fabbro. E con tutta probabilità è con lui che si concluderà un “trentennio” alla guida del piccolo comune isontino da parte della sua famiglia: prima il padre Maurizio, per ben quattro legislature. E poi Alessandro per altri due. Il limite al terzo mandato per i sindaci attualmente non gli consente di ripresentarsi ai nastri di partenza, ma il primo cittadino uscente giura che una ricandidatura non gli passa neppure per l’anticamera del cervello. «Neppure se, come sento dire da Trieste, in Regione già a gennaio dovessero cambiare le regole del gioco. Declinerei. Sento di avere concluso il mio ciclo e credo che Farra sia pronta per un rinnovamento».
Per la prima volta dopo 30 anni, insomma, un Fabbro non succederà a un Fabbro. «Sul tema della “dinastia” si sono divertiti in molti a scherzare e a suo tempo pure ad attaccarmi – si toglie un sassolino il sindaco –. Ora ci sorrido su perché so che non c’è più cattiveria in questa battuta, e perché credo sia stato dimostrato con i fatti che io e mio padre abbiamo governato con stili diversi, in epoche differenti, e con un’unica priorità: il bene del paese».
Dopo la premessa, ecco la doverosa domanda: chi sarà il successore, la figura chiamata a guidare Farra nell’anno primo dopo i Fabbro? Qui il primo cittadino, che ha un ruolo di “traghettatore” e sta coordinando incontri politici volti alla fumata bianca, si fa più “contropiedista”. Ma qualcosa dice. Eccome. «Siamo al lavoro da tempo per proporre un candidato nuovo, giovane, capace di sintetizzare un programma e di essere il più condiviso possibile non dai partiti, ma dalla comunità». La precisazione non è di poco conto, perché l’Alessandro Fabbro-bis è stato un mandato particolare: incoronato da una tornata elettorale senza avversari, il sindaco è stato sostenuto da una maggioranza priva di opposizioni esterne. «L’hanno chiamato voto bulgaro, plebiscito, ma è stata un’esperienza importante di condivisione democratica – commenta Fabbro –. Riproporre un modello simile (una convergenza di liste su un solo candidato, ndr) è non solo possibile, ma auspicabile per il bene di una comunità piccola come la nostra. Abbiamo espresso, in giunta e in Consiglio, tante personalità valide. Stiamo individuando la persona in grado di dare nuova linfa e al contempo preservare il meglio di questi anni di governo. Il mio ruolo? Poco più che un garante, ma non mi presenterò neppure come consigliere». Fabbro parla di «ragionamenti in fase molto avanzata» per arrivare all’identikit del candidato. E regala una chicca: in un momento in cui il centrodestra (e soprattutto la Lega) è molto forte, ipotizza che il partito di Salvini non voglia necessariamente mettere una bandierina a Farra. Ma, al contrario, partecipare alla “grosse koalition”. Il coordinatore provinciale della Lega, Fabio Verzegnassi, risiede proprio in paese e siede in aula. «È stato una delle prime persone cui ho sottoposto il progetto e mi è parso possibilista». Fabbro, che sta conseguendo un master in management delle Pubbliche amministrazioni proseguirà nell’incarico di segretario generale dell’Anci Fvg: «La passione per la cosa pubblica rimane, ma voglio essere utile in altre forme». —
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