Finisce in cella la banda del rame

Il rame rubato in quantità industriali usciva dal cantiere di Monfalcone nei sacchi delle immondizie che poi venivano caricati su un camion diretto a Trieste. Con questo sistema, in poco più di un mese dallo stabilimento di Panzano è uscita quasi una tonnellata e mezza di rame, sicuramente di prima qualità.
A gestire l’affare è stata una banda composta da tre triestini e una persona di Ronchi. L’altra notte sono stati tutti arrestati: a Monfalcone i gestori del traffico, a Trieste - grazie a un posto di blocco istituito sulla provinciale 1 - i trasportatori della merce. In carcere a Gorizia sono finiti Romeo Levacovich, 48 anni, abitante a Trieste; e Romeo Donato, 29 anni, residente a Ronchi dei Legionari. Entrambi dipendenti della ditta Pulitecnica friulana. In prigione al Coroneo, seppur per poche ore perché subito liberati dal pm Antonio Miggiani, sono stati rinchiusi Kevin Levacovich, 20 anni, figlio di Romeo, e Giuseppe Amato, 26 anni, residente a Trieste.
A operare sul campo sono stati gli agenti del commissariato di Monfalcone e della polizia municipale di Trieste. Con gli investigatori hanno lavorato anche i vigilantes dello stabilimento di Monfalcone. Che hanno monitorato costantemente l’attività della banda.
Tutto è nato da una denuncia presentata qualche mese fa dalla direzione dello stabilimento di Monfalcone. «Troppe sparizioni di rame in breve tempo», avevano scritto. I tecnici avevano anche spiegato che uscivano misteriosamente dal cantiere chilometri e chilometri di cavi spessi utilizzati nella costruzione delle navi. Si parlava di quantità ingenti di metallo rubato: 700 chili in pochi giorni. Subito sono scattate le indagini coordinate dal pm di Gorizia, Valentina Bossi. Ne è emerso che all’interno del cantiere c’era un gruppo che si occupava dei furti, mentre un altro gruppo - all’esterno - gestiva i trasporti.
Il sistema adottato era molto semplice, tanto che per scoprirli c’è voluto molto tempo. In pratica, approfittando della possibilità di girare per il cantiere in quanto addetti alla pulizia, anziché mettere l’immondizia nei camioncini infilavano i rotoli di cavo di rame, che poi venivano stoccati nell’area dei rifiuti. Gli addetti del cantiere li hanno monitorati per molto tempo. E hanno scoperto anche come facevano a fare uscire il materiale. Semplice: mettendo il tutto nei sacchi grigi.
Così hanno fatto anche l’altra notte. I poliziotti li hanno seguiti. Poi, una volta caricato il rame (oltre 600 chilogrammi) nel camion, hanno ammanettato i due pulitori. È scattata la caccia al camion. E qui sono intervenuti gli agenti Municipale di Trieste, che hanno bloccato il mezzo lungo la strada provinciale 1. I due trasportatori sono stati, come detto, mandati liberi dal pm per l’assenza di precedenti e per la giovane età. Gli altri due invece saranno interrogati nelle prossime ore dal gip di Gorizia. Ma le indagini ora puntano all’acquirente di Trieste. A chi insomma avrebbe dovuto ricevere la merce. Perché il camion era diretto in zona industriale.
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