Finta disabile di giorno balla la lap dance di notte

Ottiene il permesso per il parcheggio dell’auto falsificando i certificati medici . Su Facebook il video della performance a una festa. Indagata con il convivente
Una foto di archivio di una ballerina di lap dance
Una foto di archivio di una ballerina di lap dance

TRIESTE Disabile di giorno e ballerina di lap dance di notte. È l’incredibile parabola di P.E., 55 anni. Assieme al convivente C.R., 60 anni, è accusata dal pm Cristina Bacer, di concorso nella falsificazione del contrassegno e falso ideologico e materiale. Nei giorni scorsi il magistrato ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e si accinge a chiedere il rinvio a giudizio della donna e del compagno. Sono difesi dall’avvocato Antonio Baici.

A scoprire l’uso allegro e spregiudicato dei contrassegni sono stati gli agenti della polizia locale. Hanno visto due auto parcheggiate negli spazi dei disabili con lo stesso permesso. È emerso non solo che il documento era stato duplicato abusivamente ma anche che - nel 2000 - era stato ottenuto presentando al Comune dei certificati medici contraffatti. Perché la protagonista di questa vicenda che, come amaramente si legge in un comunicato della polizia locale, «è riuscita a beffare il sistema e, senza soffrire di alcuna patologia invalidante, ha ottenuto il permesso rinnovandolo a ogni scadenza quinquennale», non era per nulla disabile e nemmeno in passato lo era mai stata. Nè lei e nemmeno il compagno che “godeva” dello stesso permesso. In effetti il permesso di parcheggio posto dietro al parabrezza dell’auto della donna era vero ma era stato ottenuto utilizzando certificati medici falsi. Non solo: per consentire al compagno di parcheggiare negli spazi riservati, P.E. si era fatta una copia abusiva del permesso stesso che appunto aveva consegnato al convivente per parcheggiare con la propria vettura negli stalli riservati a chi ha ridotte capacità motorie.

Ma la sorpresa gli agenti della polizia locale l’hanno avuta quando - casualmente - hanno esplorato la pagina Facebook della donna. In un video addirittura si esibiva in una performance di lap dance in un locale durante una festa tra amici. Gli investigatori hanno trovato sempre su Facebook persino un post diretto a un’amica in cui P.E. riferiva di essere stata filmata mentre seguiva un’istruttrice di lap dance.

La vicenda «di disonestà particolarmente odiosa», come si legge nella nota della polizia locale, è venuta alla luce qualche mese fa casualmente durante un normale controllo in centro: gli agenti di una pattuglia hanno annotato il numero di codice di un permesso relativo a un’auto parcheggiata in un posto riservato ai disabili. Poi, in un’altra strada, la stessa pattuglia ha trovato una seconda vettura posteggiata che aveva sul parabrezza un permesso con lo stesso numero. Le due vetture sono state subito rimosse. Il fatto strano è stato che quando il proprietario della seconda vettura - C.R. - è andato a ritirarla, ha pagato la contravvenzione perché il permesso era intestato alla moglie e non ha minimamente protestato. A questo punto sono scattati gli accertamenti. In breve è emerso che il permesso che aveva messo dietro al parabrezza era contraffatto. È stato poi scoperto che anche quello “originale” utilizzato dalla moglie, titolare della facilitazione, era stato ottenuto presentando al Comune certificati medici falsificati. Da qui la denuncia alla Procura. Infine: nel corso delle indagini sono stati interrogati i medici che avevano firmato i certificati. Ma quelle firme non erano loro.

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