Firme false su raccomandate: postino assolto

Da colpevole a innocente. Ribalta completamente il giudizio di primo grado l’esito del processo di secondo grado a carico di Steven Vargiu, il giovanissimo postino trimestrale condannato a otto mesi con la condizionale, tre anni fa, dall’allora gip Fabrizio Rigo, che accogliendo la tesi del pm Federico Frezza l’aveva ritenuto responsabile del reato di falso per aver firmato, sostituendosi così al destinatario, le ricevute delle raccomandate da recapitare in viale XX settembre.
La Corte d’Appello presieduta dal giudice Piervalerio Reinotti l’ha invece assolto con formula piena, «per non aver commesso il fatto». Per le motivazioni, ora, c’è tempo come di consueto sessanta giorni. Ma questo, a prescindere, per Vargiu e la sua famiglia resta il momento della riabilitazione, della rivincita morale, come lascia intendere il legale che aveva assistito il ragazzo anche in primo grado, l’avvocato Rossana Nurra, che ha dato notizia in queste ore della sentenza pronunciata per l’appunto dalla Corte d’Appello.
«Sono assolutamente soddisfatta di questa sentenza - così l’avvocato Nurra - anche perché ha confermato quello che era il mio totale convincimento personale in merito alla non colpevolezza del mio cliente. Il quale, all’epoca 19enne, non era né choosy né bamboccione, era anzi un bravo ragazzo che aveva inteso lavorare per dare una mano alla sua stessa famiglia, integrità che si è visto riconoscere in questo caso dalla Corte d’Appello».
Vergiu - condannato in primo grado anche a risarcire con 3500 euro l’utente di Poste Italiane che, con una querela presentata alla Procura della Repubblica per due raccomandate, aveva fatto aprire in proposito un fascicolo al pm Federico Frezza - si era infatti sempre dichiarato innocente, estraneo ai fatti che gli venivano contestati. L’avvocato Nurra, a sua volta, aveva espresso tra l’altro le sue perplessità - ribadite evidentemente nel corso del processo di secondo grado - sulla perizia calligrafica disposta dall’allora gip Rigo, da cui non era emersa, come quasi sempre succede in perizie analoghe, la certezza che fosse stato proprio il giovane a compilare la ricevuta non era assoluta. Era stata data per altamente probabile, ma non insindacabile al 100%.(pi.ra.)
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