Fiume, crolla parte del tetto del vecchio ex Silurificio

STRUTTURA INSERITA NEL REGISTRO NAZIONALE DEI BENI CULTURALI 

FIUME. Lasciata per anni all’incuria, la rampa di lancio dell’ex Silurificio fiumano, complesso iscritto nel Registro nazionale dei beni culturali, ha dovuto alzare bandiera bianca: parte del tetto della storica struttura è crollata. Ad andare giù è stata una porzione di quello che è probabilmente il simbolo più rappresentativo del patrimonio industriale di Fiume, città dove Giovanni Luppis negli anni ’60 dell’Ottocento inventò il siluro, arma poi perfezionata dall'industriale Robert Whitehead. I lunghi anni di mancata attenzione e cure, nonché il palleggio di responsabilità tra amministrazione comunale, Autorità portuale e Dipartimento fiumano alla Conservazione, hanno dato luogo a una situazione culminata nel crollo: lo ha sottolineato Laura Marchig, segretaria dell'associazione Stato Libero di Fiume. «Sta scomparendo un altro simbolo della storia della nostra città, sconfitto da comportamenti censurabili. Assistiamo impotenti alla distruzione della punta di diamante del nostro patrimonio storico–industriale, importante anche a livello mondiale. I conservatori sono i maggiori colpevoli e finora non hanno fatto nulla per tutelare e valorizzare l’ex rampa. Sarebbe ora - ha aggiunto Marchig - che gli addetti ai lavori varassero misure concrete per salvare un impianto che sta seguendo il destino riservato al fatiscente Teatro Fenice, che si sta sbriciolando, o al muro medievale in Cittavecchia, smantellato per fare posto a un complesso»

Il direttore della Port Authority, Denis Vukorepa, ha detto di non poter fare nulla di concreto per salvare la costruzione. «Abbiamo le mani legate – ha detto Vukorepa – non possiamo muoverci fino a che il Dipartimento alla conservazione non deciderà in merito».

Mentre il Dipartimento stesso resta in silenzio, a commentare l’accaduto è stato Davor Grandić, direttore dell’Istituto per le strutture portanti della facoltà fiumana di Ingegneria edile. «Già nel 2012 un team condotto dal sottoscritto aveva evidenziato il pessimo stato di salute della struttura. Da allora il quadro è molto peggiorato. Le colonne che sostengono la rampa si sono assottigliate, a causa delle onde e della salinità, e adesso il crollo che si è verificato va inteso come un serio, drammatico, campanello d’ allarme. C’è il grave rischio che prossimamente tutta la rampa finisca in mare. Le autorità - ha concluso Grandić - devono agire rapidamente». —

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