Fiume, mercato del pesce vietato ai grossisti italiani morosi

A Fiume la direttrice blocca la vendita dei prodotti ittici e denuncia le minacce ricevute dai commercianti creditori. La borsa reclama arretrati per 67mila euro

È una donna energica Dolores Margan Kastrapeli, direttrice di “Veletrznica ribe Rijeka”, la Borsa del pesce di Fiume, fatta recentemente segno di minacce da parte di alcuni commercianti all’ingrosso, specie italiani, ai quali ha chiuso le porte in faccia del mercato fiumano per morosità. Vistasi minacciare ripetutamente, Margan Kastrapeli si è rivolta alla polizia e alla procura statale croate, denunciando le violente attenzioni verbali rivoltele. Ha fatto diversi nomi, tra cui non c’è nemmeno un titolare di ditte triestine, rilevando che dopo mesi di mancato pagamento della merce acquistata (leggi pesci, crostacei e molluschi), ha deciso di reagire in modo energico, tutelando così i diritti dei pescatori. Ha vietato infatti le operazioni alle aziende inadempienti, come pure ai titolari di rinomati ristoranti quarnerini che fanno registrare grossi ritardi nei pagamenti.

«Non ho paura delle minacce – ha detto ai giornalisti – e d’altronde dovevo porre fine ad un andazzo che metteva a repentaglio la nostra situazione finanziaria e soprattutto l’ attività dei nostri pescatori che, piazzato quanto pescato, vogliono giustamente ricevere quanto spetta loro. Certi commercianti si fanno segnalare per arroganza, italiani in primo luogo, in quanto credono che in Croazia si può fare ciò che si vuole, non rispettando le leggi. Il nostro Mercato ittico non tollera più simili atteggiamenti e d’ora innanzi pretendiamo il pagamento in contanti e subito. Niente dilazioni e niente garanzie fornite tramite assegni senza copertura. Ho il pieno appoggio di pescatori, ministero della Pesca, Regione quarnerino–montana e Città di Fiume».

I commercianti a detta della la direttrice, hanno debiti nei confronti di Veletrznica Rijeka per circa mezzo milione di kune, pari a 67 mila euro. I più grandi debitori sono le ditte Komercijalni servis, di proprietà del capodistriano Livio Antolovic (25,4 mila euro) e la Nova Itimar di Comacchio, che deve alla Borsa del Pesce fiumana la cifra di 130 mila kune, circa 17 mila e 400 euro. C’è poi il caso di un grossista della Repubblica ceca, che aveva acquistato un ingente quantitativo di pesce a Fiume, senza sborsare neanche un centesimo. Abbiamo detto dei ristoratori morosi: ce ne sono un paio che hanno conti inevasi per più di 50 mila kune (6 mila e 700 euro).

Istituita nel 2007, la Borsa del Pesce (la prima del genere in Croazia) pone in contatto un centinaio di pescatori croati da Lussinpiccolo a Sabbioncello e una cinquantina di commercianti croati, sloveni, italiani, spagnoli e cechi. Fino al mese scorso ha movimentato circa 80 mila chili, per un valore di 414 euro.

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