Fiumi d’acqua anziché di birra manifestazione riuscita a metà

“Birre di frontiera” va in archivio con un sorriso a metà. Bella e accattivante l’idea, splendida e ideale la cornice (quella dei Giardini pubblici di corso Verdi), ma anche migliorabili alcuni aspetti organizzativi e, soprattutto, sfortunatissime le condizioni meteo.
La sintesi del bilancio della manifestazione la offrono i volti e le parole degli standisti che anche ieri hanno sfidato la pioggia e il tempo uggioso accogliendo i golosi e gli appassionati del luppolo. Che c’erano e ci sono stati, anche se in numero un po’ inferiore alle attese. «Il meteo, in questi casi, se non proprio tutto è comunque molto – ammette il giovane Gabriele, al chiosco del padre Giuseppe Nembo della birra L’Aura, dal Salento -. Per questo non c’è stato troppo movimento». E se Simone dello stand del “Birrificio Lariano” di Como e del birrificio “Rurale” di Monza racconta come molti clienti si siano un po’ lamentati della mancanza di servizi igienici, Stefano del birrificio “Basei” di Latisana spiega: «Il tempo è stato inclemente, ma del resto questi sono i rischi legati al periodo autunnale. La manifestazione può essere vincente, ma servirebbero più intrattenimento per attirare persone e tendoni per superare il problema della pioggia».
«Nonostante tutto sono venuti comunque molti giovani goriziani – dice infine Ascanio Cosma, che ha proposto castagne e ribolla con Alessandro Severo dell’Osservatorio del Re di Medea -. A mio parere l’organizzazione è stata positiva e l’offerta degli stand estremamente varia e qualificata, ma il periodo dell’anno e il clima sono stati penalizzanti». —
M.B.
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