Un altro rinvio per il processo Colombin
Lla storica azienda che produceva tappi in sughero era stata dichiarata fallita nel 2020. Udienza aggiornata al 30 ottobre per vizi di notifica. Undici imputati, due hanno presentato istanza di patteggiamento

Ancora un rinvio, ancora un inghippo tecnico per problemi di notifica per l’avvio del processo legato al fallimento della Colombin & Figlio spa, la storica azienda triestina dichiarata fallita con sentenza del 22 settembre 2020.
Sono stati infatti, sì, sanati i vizi di notifica che riguardano Taquir Boulgoute e Aurelio Cimmino, ma resta irrisolto quello di Aurelio D’Agostino, il cui difensore, tra l’altro, si è cancellato dall’albo degli avvocati. Inoltre, il legale di Rahal Boulgoute ha rinunciato all’ultimo minuto al mandato, senza che per tempo subentrasse un altro difensore. Così all’udienza dello scorso 22 maggio il giudice ha nominato un difensore d’ufficio, che, però, comprensibilmente non era in aula. L’udienza quindi è stata rinviata al prossimo 30 ottobre.
Undici le persone imputate a vario titolo per bancarotta fraudolenta. Oltre a D’Agostino, Cimmino e ai due cittadini marocchini Taquir e Rahal Boulgoute appunto, a giudizio sono finiti anche Roberto Bergamo, Stefano Pistilli, Salvatore Tuttolomondo, Andrea Causin, Joram Bassan, Alessandro Monti e Giovanni Luca Felli.
La vicenda è intricata, con l’ombra di consulenze sospette, dubbie fideiussioni, faccendieri e atti distrattivi. Lo scorso 22 maggio il curatore fallimentare si è riservato la costituzione di parte civile. Causin e Felli, difesi rispettivamente dagli avvocati Alessandro Rampinelli e Silvano Poli, hanno presentato istanza di patteggiamento, mentre Bassan, attraverso il suo legale Giovanni Borgna, ha preannunciato la richiesta di rito abbreviato, che verrà formalizzata appunto il prossimo 30 ottobre.
Nella stessa data, una volta completata la costituzione degli imputati, la pm Ilaria Iozzi si esprimerà sulle richieste di patteggiamento e prenderà il via la discussione con l’audizione dell’accusa, della parte civile, delle difese di Tuttolomondo, Bergamo e Pistrilli. Per il 27 novembre è stata già fissata poi l’udienza nel corso della quale si completerà la discussione delle altre difese e potrebbero arrivare anche i provvedimenti conclusivi del giudice, con le sentenze per i riti alternativi e il decreto che dispone, invece, il giudizio per quelli che andranno a dibattimento.
Ricordiamo che a innescare l’inchiesta giudiziaria nel 2020 erano state prima le denunce del collegio sindacale della Colombin & Figlio spa, poi la denuncia fatta alla Procura dall’avvocato Pasquale Giordano, ex componente del cda della storica società di tappi triestina. Così erano scattati gli accertamenti finanziari da parte della Guardia di finanza e la successiva richiesta di fallimento avanzata dalla Procura. Con un contestuale provvedimento di sequestro degli immobili disposto dal Tribunale su sollecitazione dei pm Federico Frezza, anche in quel periodo procuratore facente funzioni, e del sostituto procuratore Maddalena Chergia che allora dirigeva le indagini. —
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