Flego da poche settimane era ospite della sorella

La vittima aveva 76 anni ed era esule da Montona d’Istria: da tempo vedovo, aveva lasciato l’abitazione di Pordenone per venire a Trieste

«L’avevo visto giusto stamattina, affacciato al terrazzo, guardava giù in strada il furgone di quelli che, evidentemente, erano venuti a fare dei lavori in casa». Sta calando il buio su via Baiamonti, e fuori dal bar Blue Moon un residente di lungo corso della zona, che aveva imparato di questi tempi a riconoscere la fisionomia del nuovo vicino di casa, ammette tutta la sua incredulità. Aldo Flego, in effetti, da un po’ di tempo aveva deciso di venire a stare dalla sorella, a Trieste, dopo una vita passata a Pordenone.

Esule di Montona, Flego, fin da giovane, aveva trovato lavoro proprio a Pordenone. Un primo impiego da aiuto-cuoco nelle cucine dell’ospedale di Pordenone, poi il posto da bidello nelle scuole medie sempre del capoluogo della Destra Tagliamento, infine la pensione. Vedovo da tempo, prima del suo arrivo nella nostra città, aveva vissuto insieme al figlio Paolo, passando parte delle sue giornate al centro sociale pordenonese “Gloria Lanza” , tra una briscola e un tresette. Daniele, l’altro figlio avuto dalle nozze con la triestina Nora Cuk, aveva gestito invece per un certo periodo un bar ad Azzano Decimo.

Aldo Flego
Aldo Flego

E questo strettissimo legame tra Trieste e Pordenone, che aveva contraddistinto costantemente l’esistenza di Flego, si è rinnovato ieri, proprio in occasione della tragedia, fino all’epilogo che l’ha spezzata, quell’esistenza.Tra gli amici di sempre, infatti, c’erano i pordenonesi Maurizio e Nives Macovaz. Suoi ex vicini di casa, al quartiere di Villanova. Quando la signora Nora era ancora in vita, le due coppie si frequentavano, si invitavano a cena. Poi Maurizio si era coccolato l’amico rimasto vedovo facendogli compagnia proprio ai tavoli delle partite a carte. «Mia sorella abita a Trieste - ha raccontato ieri sera Nives una coincidenza che ha dell’increbibile - e proprio in via Baiamonti, ma sull’altro lato. Ci ha detto di aver sentito il boato, all’inizio ha pensato a un incidente, poi abbiamo saputo dell’esplosione della palazzina, proprio quella in cui era andato ad abitare Aldo».

Flego, prima di accusare dei problemi di salute che l’avevano per l’appunto condotto alla scelta di traslocare a Trieste dalla sorella, era stato anche parte attiva nella sezione pordenonese dell’Anvgd, l’Associciazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. «Alla fine degli anni ’60 - ha spiegato Silvano Varin, che dell’Anvgd di Pordenone è presidente - avevo assunto l’incarico di funzionario al Provveditorato agli studi a Pordenone. Così ho conosciuto Aldo. Era socio della sezione pordenonese dell’Anvgd, ma ultimamente si era defilato, non partecipava più agli eventi associativi. Era una persona schiva e riservata e conduceva vita ritirata nell’ultimo periodo. A nome di tutti esprimo il cordoglio dell’associazione ai suoi familiari: è una tragica perdita».

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