«Foibe, tutti i partiti rispettino la storia»

Monito di Miccoli (Concordia et Pax): «Nonostante le evidenti contrapposizioni in passato c’era pudore delle parti in causa. Si evitavano gli eccessi di oggi»
Bumbaca Gorizia 20.01.2018 Decima Mas © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 20.01.2018 Decima Mas © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Le iniziative prese dalla destra nazionalista e fascista per ricordare la battaglia della Decima Mas a Tarnova indicano che le due campagne elettorali che abbiamo davanti, quella nazionale e quella regionale, saranno accompagnate a Gorizia e non solo, da polemiche e strumentalizzazioni. In passato nonostante la contrapposizione un certo rispetto ed il pudore di tutte le parti in causa, per quanto conflittuali, evitavano gli eccessi ed i toni che si stanno raggiungendo negli ultimi tempi». A scriverlo in una lunga nota è Franco Miccoli di Concordia et Pax.

Nel ricordare che «non è estraneo a questa situazione il fatto che non si sono ancora risolti i nodi sostanziali della storia di Gorizia», Miccoli evidenzia che la città tutta, italiana e slovena, è stata vittima del fascismo e del nazionalismo italiano prima, del comunismo e del nazionalismo sloveno poi, «vicende che vanno collocate nel contesto degli anni in cui accaddero con il massimo rispetto per coloro che ne furono vittime o protagonisti».

Miccoli ricorda che il 25 luglio 1943 il fascismo «pose fine alla sua storia mediocre perché era scaduto il suo tempo» e che dopo l’8 Settembre l’Italia risorse dalle rovine e dalle ceneri con la Resistenza «che non fu solo quella dei combattenti» ma di «tutto il paese che si rimise in cammino», dalla popolazione, all’esercito che rifiutò in massa la collaborazione. «Senza il comunismo e “La corsa per Trieste” - prosegue - saremmo stati annessi alla Jugoslavia che aveva alle sue spalle il potente alleato sovietico, gli alleati difendevano spazi vitali loro e non certamente l’Italia. Le giuste ed inevitabili rivendicazioni nazionali dovute agli sloveni ed agli jugoslavi non furono comprese dal Clnai, nè poteva fare molto, ed il Cln goriziano poco potè fare per controllare una situazione di cui il principale responsabile era il fascismo e la deleteria scelta di Mussolini di salvarsi a spese del paese affiancandosi all’occupatore nazista. Mentre il comunismo, ormai è storia, realizzava un suo disegno di conquista del potere con lo sterminio degli oppositori, veri o presunti tali alla sua conquista del potere. Furono in Slovenia oltre 100 mila morti tra il maggio ed il giugno del 1945 anche se le eliminazioni continuarono. Gorizia appartiene a quella storia. Fu la resistenza italiana a ridare dignità al paese e a rappresentare la rinascita che giustamente è definita il secondo risorgimento. Sul confine orientale le giuste rivendicazioni slovene e jugoslave contro il confine di Rapallo, videro il colpo di mano della occupazione di Gorizia, di Trieste e di tutta la parte italiana, mentre la resistenza italiana si divise con il Cln che potè sperare solamente nella prevista occupazione alleata e negli accordi che si sarebbero presi al tavolo della pace. Il Pci a sua volta si lacerò e divise con la scelta di partecipare ed aderire al tentativo di annessione alla Jugoslavia. Nacque il Partito Comunista Giuliano filo jugoslavo ed il Pci filo italiano, a Gorizia Poletto era con il Pcg, Pustetto con il Pci. Questa è storia che il Pci deve affrontare una volta per tutte evitando di continuare a nascondersi dietro la resistenza».

«Del fenomeno delle foibe e dell’esodo - aggiunge Miccoli - furono vittima gli stessi sloveni e buona parte degli stessi comunisti sia italiani che jugoslavi illusi da un’utopia affascinante ed accattivante schiacciati poi da una dittatura spietata. Finirono vittime anche loro del loro comunismo e di coloro che con la polizia segreta nata dallo Skoj, cresciuta con i Vos e poi Ozna per poi trasformarsi dopo la guerra in Udba, procedettero alla dittatura del proletariato ed alla eliminazione di tutti coloro che volevano o potevano opporsi al loro progetto di “fratellanza”.Fratellanza che eliminava senza pietà chi si opponeva».

«Queste vicende - la conclusione - sono ormai storia e la prudenza e la pazienza con cui si è ricostruita la convivenza e la pace su questo confine meritano maggiore onestà e rispetto dalle parti politiche, destra ma anche sinistra che stanno cavalcando i sentimenti delle persone e le vicende umane non ancora risolte che pesano sulle paure e le memorie di intere generazioni goriziane».



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