La Fondazione Einaudi apre una nuova sede a Trieste

L’inaugurazione nel 150.mo dalla nascita dell’intellettuale. Cangini: «Questa città rappresenta un crocevia di culture, religioni ed etnie che hanno convissuto virtuosamente, e la storia triestina è costellata di personalità liberali che incarnano la centralità della persona umana, dai patrioti come Oberdan agli scrittori Saba e Svevo»

Roberta Mantini
Una parte del pubblico presente al Rossett Foto Bruni
Una parte del pubblico presente al Rossett Foto Bruni

Nel solco del centocinquantenario dalla nascita di Luigi Einaudi, nel pomeriggio di mercoledì è stata inaugurata oltre allo spettacolo del mattino al Rossetti – anche la nuova sede triestina della Fondazione a lui intitolata, ospitata all’interno dell’Associazione internazionale di divulgazione Manlio Cecovini, in viale Miramare 23. La cerimonia ha rappresentato un momento di incontro tra cultura, storia, economia e impegno civico, sottolineando l’importanza del pensiero liberale e della dimensione europea che Trieste incarna da secoli.

Il canto libero di Einaudi incanta gli studenti fra cinema, musica e filosofia
Sullo schermo c’è Einaudi e la presentazione di Cangini Foto Bruni

A fare gli onori di casa è stato Matteo Devescovi, presidente dell’Associazione Cecovini, che ha parlato della nascita dell’associazione e della figura di Cecovini protagonista della vita politica e intellettuale di Trieste, evidenziandone la natura logica e razionale, la sua capacità di mediazione e la visione aperta e europea, che lo portò a valorizzare il dialogo e il rispetto reciproco tra le comunità storiche di Trieste, come quella italiana e quella slovena, sottolineando il ruolo centrale di Cecovini nella storia culturale e sociale della città.

La Fondazione Einaudi a Trieste, ne parla Enrico Samer

Durante la cerimonia è stato sottolineato anche il rapporto diretto tra Cecovini e Einaudi ricostruito grazie a della corrispondenza tra i due uomini conservata negli anni. Al taglio del nastro erano presenti il presidente della Fondazione Giuseppe Benedetto, che ha ripercorso la storia dell’Istituzione torinese ed Enrico Samer, consigliere della Fondazione Einaudi, che ha avuto un ruolo centrale nell’arrivo dell’istituzione in città come sottolineato da Andrea Cangini, segretario generale della Fondazione Einaudi.

Cangini si è soffermato sulle ragioni che hanno portato alla scelta di Trieste: «Questa città rappresenta un crocevia di culture, religioni ed etnie che hanno convissuto virtuosamente, e la storia triestina è costellata di personalità liberali che incarnano la centralità della persona umana, dai patrioti come Oberdan agli scrittori Saba e Svevo». E infine ha annunciato «l’attivazione di una Scuola di liberalismo oltre all’intenzione della Fondazione di sviluppare un’iniziativa di respiro internazionale con base a Trieste, che guarderà ai Balcani».

L’assessore alle Politiche Sociali e al Welfare, Massimo Tognolli, ha raccontato con orgoglio il complesso ecosistema sociale di Trieste, fatto di associazioni, volontari e realtà del sociale, e dato il benvenuto alla Fondazione a nome dell’amministrazione: «Trieste accoglie la Fondazione Einaudi come una nuova eccellenza culturale e sociale, destinata a integrarsi in questa rete già vivace e composita, auspicando collaborazioni future». Fondata nel 1962 da Giovanni Malagodi, la Fondazione Einaudi è un centro di ricerca dedicato al pensiero liberale. La sua missione è promuovere libertà individuali, dignità umana e confronto costruttivo sulle idee, offrendo strumenti per comprendere e affrontare le sfide della società contemporanea. Tra le sue attività principali ci sono studi su economia, pubblica amministrazione, giustizia, innovazione digitale e sostenibilità, insieme alla conservazione del patrimonio storico del liberalismo. Al centro dell’impegno culturale della Fondazione c’è la Scuola di Liberalismo, luogo di formazione e approfondimento per le nuove generazioni. —

 

Riproduzione riservata © Il Piccolo