Fondo vittime amianto, in Consiglio regionale la mozione Bullian-Moretti spinge alla modifica

I consiglieri del centrosinistra: «Paradossale sapere che lo stanziamentoè destinato a risarcire aziende giudicate colpevoli, è un corto circuito»

Lorenzo Degrassi
I consiglieri regionali Enrico Bullian e Diego Moretti Foto Bonaventura
I consiglieri regionali Enrico Bullian e Diego Moretti Foto Bonaventura

«Il fondo nazionale per le vittime dell’amianto sia destinato esclusivamente agli ex esposti e agli eredi dei deceduti e non alle società partecipate pubbliche». A ribadirlo ieri nel corso di una conferenza stampa i due consiglieri regionali di opposizione Diego Moretti del Partito democratico ed Enrico Bullian del Patto per l’autonomia, nel corso della quale hanno illustrato la mozione che impegna il Consiglio regionale a intervenire nei confronti del parlamento e del governo affinché sia rivista la destinazione del fondo.

Fondo vittime amianto, il 15 aprile l’Inail decide la ripartizione dei 20 milioni
La deposizione di una corona al monumento delle vittime d’amianto a Panzano Foto Katia Bonaventura

«Il documento vuole porre l’attenzione sul decreto legge 34/2023 e sul decreto interministeriale del 5 dicembre scorso firmato dai ministri Giorgetti e Calderone – spiega Moretti – e che verrà presentato in aula il prossimo 20 marzo. Si tratta di una mozione che, nella sua sostanza, ha avuto la sua condivisione di 9 Comuni su 10 del basso Isontino, a eccezione del Comune di Monfalcone». In realtà 8 perché Grado, commissariata, ha assunto la posizione di prevista “neutralità”. Un tema però che riguarda non solo l’area monfalconese, ma anche la Bassa Friulana e il Triestino, essendo presenti casi di esposti all’amianto anche fra gli ex operai della Fabbrica Macchine di San’Andrea e dell’Arsenale San Marco. Motivo per il quale i due esponenti del centrosinistra puntano a far sì che il tema degli esposti all’amianto diventi sempre più un tema di carattere regionale.

«È paradossale sapere che questo fondo è destinato a risarcire le società a partecipazione pubblica – questa la sottolineatura di Bullian – in quanto si tratta di un evidente corto circuito, dal momento che queste sono le stesse aziende giudicate colpevoli di aver provocato tutte le morti legate all’amianto. Il rischio, insomma, è che questi fondi vadano a completo beneficio della sola Fincantieri, essendo l’unica partecipata pubblica».

Nel frattempo, otto Comuni del mandamento monfalconese hanno già fatto sapere che porteranno in discussione nei propri Consigli apposite mozioni per chiedere la modifica di questo provvedimento di carattere nazionale. «Solo il Comune di Monfalcone ha intrapreso una strada diversa – specifica Bullian –, perché non menziona la gravità dei risarcimenti alle società partecipate. Peraltro, con la finanziaria regionale del 2008 era già stato istituito un fondo per le vittime dell’amianto che implementava la rendita Inail fra il 15 e il 20% in più. In questo fondo rientravano non solo i lavoratori diretti ma anche le persone che, di riflesso, hanno vissuto con esposti all’amianto: si tratta del classico caso riguardante le mogli dei lavoratori».

Secondo Moretti e Bullian è importante intervenire a livello nazionale perché al di là dei 20 milioni per il 2023 ci sono in ballo altri 60 milioni per il riparto del triennio 2024-2026. I due promotori della mozione hanno anche contestato il principio applicato per l’erogazione dei rimborsi alle aziende. «È una norma fortemente discriminante e assurda che non coinvolge le aziende dell’indotto o altro tipo, dimostrandosi così contraria alle regole sulla concorrenza leale – hanno ribadito Bullian e Moretti – per ciò riteniamo sia importante intervenire sul fondo che disciplina il risarcimento statale».

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