Friulano assente, tre sodalizi contestano l’arcivescovo

I presidenti di tre enti culturali dell'arcidiocesi di Gorizia - Ferruccio Tassin per “Terre di confine” di Visco, Germano Pupin per “I Scussons” e Renato Valentinuz del circolo “Mario Fain” entrambe con sede a Romans d'Isonzo - hanno scritto una lettera aperta all'arcivescovo di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli, per contestare l'assenza della lingua friulana nella redazione dell'ultima sua lettera ai fedeli dell'arcidiocesi dal titolo “Egli è la nostra pace”.
Questi i contenuti della missiva in cui si esprime delusione per la decisione dell’arcivescovo. «Vostra Eccellenza pubblica la lettera in italiano, sloveno, tedesco (non parlato in codesta Arcidiocesi) - sostengono i tre presidenti - ma ignora il friulano che, con l'orecchio, Ella può ancora percepire in gran parte della Sua Arcidiocesi. Per fortuna, da lungo tempo, sono gli sloveni che ci sostengono, altrimenti la nostra lingua sarebbe presente solo nelle citazioni che qualche sacerdote lancia ancora in estemporanee, sgangherate, citazioni omiletiche».
«Vostra Eccellenza - prosegue la lettera inviata dalle tre associazioni culturali isontine - osserverà che esiste la commissione per il messale friulano; ma non si fa quasi nulla per far vivere la nostra lingua. Senza entrare in gineprai teologici un altro punto di riflessione che Codesta Arcidiocesi dovrebbe non dimenticare nel centenario della Grande guerra è la lunga e feroce vendetta italica praticata contro i nostri sacerdoti dal 1918 in poi. Eccellenza - concludono i tre presidenti - almeno parliamone di tutto questo».
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