Friuli Venezia Giulia in zona rossa fino al 6 aprile. Riaprono asili, elementari e prima media

TRIESTE Una sola certezza al momento: la zona rossa in Friuli Venezia Giulia fino al 6 aprile. Era un’ipotesi e venerdì si è concretizzata con la comunicazione del ministro della Salute Roberto Speranza: anche per la nostra regione la prossima ordinanza statale, che verrà firmata tra oggi e domani, allineerà la durata delle misure restrittive al giorno della scadenza del Dpcm vigente.
Per il Fvg lo scenario rimane da rosso, scontato fino al 6 aprile visto il monitoraggio sui dati 15-21 marzo (pur con un Rt in calo da 1,42 a 1,23), ma che potrebbe allungarsi ancora per un’altra settimana almeno dato che l’incidenza dei contagi ogni 100.000 abitanti continua a superare ampiamente i 250 casi sui sette giorni. Sarà però il nuovo Dpcm a dettare le regole su quello che succederà dopo, compresi i tempi delle prossime ordinanze.
Si va in ogni caso verso un allungamento della chiusura di bar, ristoranti e negozi che vendono prodotti considerati non essenziali. Ma, stando alle anticipazioni di ieri del premier Mario Draghi, c’è la novità di una ripartenza della scuola in presenza pure in zona rossa, per quanto non oltre la prima media.
La Regione attende di capire la data della riapertura, probabilmente l’8 aprile, ma piazza Unità trasmette condivisione sull’intenzione del governo, ricordando che le due ordinanze di gennaio varate da Massimiliano Fedriga avevano fatto slittare a febbraio il ritorno in classe alle superiori, ma non le lezioni in presenza fino alle medie comprese, e pure quella del 3 marzo, prima dello stop generalizzato da zona rossa, prevedeva la prosecuzione delle attività sia dell’infanzia che delle primarie all’interno degli istituti. Il presidente della Regione non vuole in ogni caso sentir parlare di confronti.
Prima la scuola o il lavoro, per quanto riguarda le aperture dopo il lockdown? «Penso che sia sbagliato e irresponsabile fare la guerra per dire chi ha più diritti degli altri. Il senso di comunità ci deve tener uniti», le sue parole all’inaugurazione dell’anno accademico a Trieste.
Nel bollettino di giornata si registrano intanto 768 nuovi contagi, la somma tra i 509 emersi da tamponi molecolari (su 7.223, 7,05%) e i 259 da test rapidi antigenici (su 3.226, 8,03%). Il rapporto sul totale dei controlli (10.449) è del 7,35%, quello più significativo sui casi testati è al 22,39%. Ad aver contratto il virus sono stati sin qui 94.980 cittadini, di cui 45.857 in provincia di Udine (+448), 18.867 a Pordenone (+90), 17.739 a Trieste (+163), 11.456 a Gorizia (+59) e 1.061 di fuori regione (+8). Nelle case di riposo non si registrano positivi, mentre se ne contano sette nel Ssr, di cui due in Asugi. La curva per il quarto giorno consecutivi è in discesa (-13, 8% nel confronto tra gli ultimi sette giorni e quelli precedenti), con incidenza del Fvg che, secondo i numeri quotidiani riportati alla Protezione civile, cala a 399 (244 in Italia, 484 in provincia di Udine, 447 a Trieste, 429 a Gorizia e 186 a Pordenone), ma è la più alta d’Italia e ancora molto lontana dal paletto dei 250 casi settimanali ogni 100.000 abitanti.
Per poter tornare in arancione si dovrà dunque continuare a monitorare quel dato perché, fa sapere il responsabile della Task force regionale Fabio Barbone, l’Istituto superiore di sanità ha informato che d’ora in poi saranno i bollettini della Protezione civile a valere come punto di riferimento per uno dei parametri fondamentali per determinare i colori delle regioni. Si supera in questo modo la criticità dei valori sottostimati sin qui dalla cabina di regia.
Con l’impennata dei decessi (28, di cui 7 pregressi), i morti Covid sono 3.227: 1.677 a Udine (+16), 694 a Trieste (+3), 628 a Pordenone (+1) e 228 a Gorizia (+8). Le terapie intensive occupate rimangono 78, i ricoveri nelle aree mediche sono 650 (+5). Gli attualmente positivi sono 16.020 (+52), i totalmente guariti 72.385 (+548), i clinicamente guariti 3.348 (+140), gli isolamenti 15.292 (+47).
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